Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER MONDADORI: CORRUZIONE E RISARCIMENTO
978-88-7953-233-4 − pagg. 300 − € 20,00
Un dossier di controinformazione sulle attività politico-affaristiche di Silvio Berlusconi nel corso degli anni Novanta.
Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER MONDADORI: CORRUZIONE E RISARCIMENTO
978-88-7953-233-4 − pagg. 300 − € 20,00
Un dossier di controinformazione sulle attività politico-affaristiche di Silvio Berlusconi nel corso degli anni Novanta.
Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI NOVANTA
978-88-7953-222-8 − pagg. 776 − € 25,00
Documenti giudiziari e parlamentari, inchieste giornalistiche e interviste, testimonianze e testi censurati: un dossier di controinformazione sulle attività politico-affaristiche di Silvio Berlusconi durante gli anni Novanta.
La legge Mammì e l’assalto alla Mondadori. Sospetti di riciclaggio dalla Svizzera, e il giudice Borsellino che parla di Mangano-Dell’Utri. La P2 e la condanna (amnistiata) per falsa testimonianza. I “comitati corporate” di Arcore, la rottura con Montanelli e il varo del partito-Fininvest. Ascesa e caduta del primo governo Berlusconi (1994). La Tangentopoli berlusconiana, e i miliardi neri “off shore”. Gli ingenti debiti, i fondi neri di Publitalia, le donazioni di nonno Berlusconi, e il salvataggio in Borsa. Le ombre di Cosa nostra, Marcello Dell’Utri, i pentiti di mafia e i sospetti per le stragi del 1993. Il governo Dini, e l’ineleggibilità berlusconiana. Guerra e pace (con fidejussione) con la Lega nord, e il referendum sulle tv. L’avvocato-ministro Cesare Previti, e la testimone Stefania Ariosto. Lo scandalo Squillante, e la corruttela del “lodo Mondadori”. Berlusconi oppositore politico, e l’affare Corticchia. I dossier contro Di Pietro, e i miliardi berlusconiani per Craxi.
Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI OTTANTA
978-88-7953-210-5 − pagg. 488 − € 20,00
Documenti giudiziari e parlamentari, articoli e interviste, testimonianze e testi censurati: un dossier di controinformazione sulle attività politico-affaristiche di Silvio Berlusconi nel corso degli anni Ottanta.
Nella P2: il “Mundialito” uruguayano di calcio; l’intervista col “fratello” Roberto Gervaso; la relazione del Monte dei Paschi di Siena sui correntisti piduisti; la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia segreta.
L’ombra di Cosa nostra: il rapporto Criminalpol del 13 aprile 1981 sulla mafia a Milano e sul boss Vittorio Mangano; gli intrecci affaristici di Filippo Rapisarda e Marcello Dell’Utri; i sospetti di riciclaggio.
Palazzinaro di rito ambrosiano: corruttele in Sardegna nel memoriale Pellicani; «La doppia faccia del grande costruttore»; mille miliardi di immobili Edilnord venduti al parastato. Il monopolio della tv privata: il baratto col Pci; il dibattito al Senato (4 febbraio 1985) sul decreto-Berlusconi del governo Craxi; il contratto della Fininvest con la tv dell’Unione sovietica, e il fantasma delle “tangenti rosse”.
Calcio, miliardi, propaganda e censure: il Milan berlusconiano.
Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA
978-88-7953-204-4 − pagg. 460 − € 20,00
Documenti, lettere, atti notarili e giudiziari, articoli e interviste: un dossier di controinformazione sulle attività politico-affaristiche di Silvio Berlusconi nel corso degli anni Settanta.
L’Edilnord a capitale “svizzero”, e gli scandali edilizi di “Milano 2” (con il dirottamento degli aerei da Linate). L’acquisizione, grazie all’avvocato Cesare Previti, delle proprietà terriere di Arcore e Cusago dell’eredità Casati Stampa (col soggiorno a villa San Martino dello stalliere mafioso Vittorio Mangano). L’affiliazione alla Loggia segreta P2, e l’attivismo piduista tra politica e affari (col finanziamento della scissione del Msi). La nascita dell’intrico societario Fininvest, tra fiduciarie, prestanome e ingenti capitali opachi, ricostruito dai magistrati antimafia di Palermo.
«Le vicende di cui alla documentazione raccolta in questo libro sono state “cancellate” dal regime mediatico berlusconiano fattosi partito politico… La grande stampa ha censurato tutto col silenzio, e nessuna tv italiana si è mai occupata delle faccende documentate in queste pagine».
Autori vari
LA BANDA DELLA MAGLIANA E IL DELITTO PECORELLI
978-88-7953-226-6 − pagg. 354 − € 20,00
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Vittorio Carnovale, Antonio Mancini, Fabiola Moretti, Maurizio Abbatino, Salvatore Cancemi, sull’uccisione del direttore di “Op” Carmine Pecorelli (Roma, 20 marzo 1979). L’audizione del magistrato Fausto Cardella, titolare dell’inchiesta, da parte della Commissione parlamentare stragi, per le connessioni del delitto Pecorelli col sequestro Moro. Le sentenze processuali della Corte di assise di Perugia (settembre 1999 e novembre 2002).
Nella documentazione giudiziaria relativa all’omicidio Pecorelli, la struttura e i delitti della banda della Magliana, e i collegamenti dell’organizzazione criminale romana con i poteri occulti, col mondo politico e con gli apparati dello Stato.
Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER MANGANO
978-88-7953-207-5 − pagg. 402 − € 19,00
Il boss mafioso Vittorio Mangano, stalliere nella villa ex Casati Stampa di Arcore a metà degli anni Settanta, è uno dei tanti buchi neri della biografia di Silvio Berlusconi. Un enigma mantenuto tale dalla più ferrea censura mediatica.
Questo libro ricostruisce la biografia criminale di Mangano, e risolve l’enigma della sua presenza nella villa berlusconiana di Arcore, attraverso i documenti. Anzitutto, il rapporto della Criminalpol dell’aprile 1981 «concernente il crimine organizzato imperante in Milano e Lombardia, strettamente collegato sia con quello di altre regioni italiane, e in particolare della Sicilia e della Calabria, sia con quello di oltre oceano, denominato Cosa nostra». Quindi le dichiarazioni di numerosi pentiti di mafia negli anni Novanta. Infine la requisitoria – comprensiva di riscontri, testimonianze, intercettazioni telefoniche – dei pubblici ministeri al processo di Palermo a carico di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa (2004).
Autori vari
DOSSIER PADRE PIO
978-88-7953-208-8 − pagg. 180 − € 17,00
La relazione del prefetto di Foggia (19 giugno 1919) • La relazione del medico Amico Bignami (26 luglio 1919) • Le tre relazioni di padre Agostino Gemelli (19 aprile e 2 luglio 1920, 6 aprile 1926) • Il dibattito alla Camera dei deputati sulla strage del 14 ottobre 1920 a San Giovanni Rotondo • Il rapporto del visitatore apostolico, monsignor Raffaello Rossi, con gli interrogatori di padre Pio (4 ottobre 1921) • Gli ammonimenti del Sant’Uffizio (31 maggio 1923 e 24 luglio 1924).
Padre Agostino Gemelli: «Padre Pio presenta le note caratteristiche di una deficienza mentale di grado notevole… La suggestione esercitata (su di lui) dal padre Benedetto ha finito per creare uno stato morboso che fra le sue manifestazioni ha avuto anche le stigmate… Padre Pio a poco a poco è stato vittima a causa della suggestione collettiva che si è andata creando intorno a lui».
Enrico Compagnoni
IL FILATELICO
978-88-7953-209-9 − pagg. 230 − € 18,00
Il segreto che lega i destini di due donne scomparse nell’ombra.
L’8 maggio 1996, a Torino, scompare nel nulla la logopedista quarantenne Marina Di Modica, che quella sera aveva un appuntamento con il coetaneo Paolo Stroppiana, filatelico della “Bolaffi”. Proprio come sette anni prima, l’8 agosto 1989, era scomparsa nel nulla Camilla Bini, collega di Stroppiana alla “Bolaffi” e sua coetanea. Processato per l’uccisione della Di Modica, il filatelico è stato condannato in due gradi di giudizio; ma la Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’appello, e Stroppiana continua a dirsi innocente. Questo libro-inchiesta ricostruisce i contorni di uno scioccante enigma rimasto insoluto anche a causa di inerzie investigative e depistaggi. Al centro di tutto c’è la figura del filatelico della “Bolaffi”, la cui biografia è percorsa da svariate oscurità: a partire dagli ambigui trascorsi di estremista neofascista “pentito” al momento dell’arresto, fino alla sua vocazione di disinibito playboy, passando per una notevole propensione al cinismo e alla menzogna.
Roberto Bartali, Sergio Flamigni, Ilaria Moroni, Giuseppe De Lutiis, Lorenzo Ruggiero
IL SEQUESTRO DI VERITÀ
978-88-7953-176-4 − pagg. 132 − € 16,00
I buchi neri del delitto Moro.
Tra versioni di comodo, silenzi conniventi e censure mediatiche, il sequestro Moro può essere considerato anche un sequestro di verità. Infatti, nonostante cinque processi e due Commissioni parlamentari d’inchiesta, è rimasto un enigma insoluto dall’inizio alla fine.
Non si sa quanti terroristi il 16 marzo 1978 parteciparono all’agguato di via Fani, né si conosce l’identità del killer che sparò 49 colpi con una sola arma. Non è certo che Moro sia stato tenuto prigioniero nel covo di via Montalcini, e le perizie sul suo corpo hanno smentito che quella possa essere stata la sola prigione per tutti i 55 giorni. Non si sa chi il 18 aprile allestì la messinscena nel covo di via Gradoli (doccia aperta e armi in bella vista), né perché. Non si sa dove siano finite le due borse di Moro con gli importanti documenti che contenevano, né le registrazioni foniche degli interrogatori cui venne sottoposto il prigioniero, né l’originale manoscritto del suo memoriale. La stessa versione brigatista del 9 maggio – uccisione di Moro, e abbandono del cadavere in via Caetani – è contraddittoria, lacunosa e del tutto implausibile.
Questo libro ripercorre le mistificazioni e le omertà con le quali ex terroristi, settori dello Stato, politici e mass media tengono sequestrata la verità sul delitto Moro.
ROBERTO BARTALI (Erice, 1972), PhD, Università di Siena. Ha pubblicato tra l’altro: Red Brigades and Moro Kidnapping: secrets and lies. In: A. Bull, A. Giorgio [a cura di], Speaking Out and Silencing: Culture, Society and Politics in Italy in the 1970s, Legenda 2006 e Le Brigate Rosse, una storia della guerra fredda, in “Nuova Storia Contemporanea”, Anno X, n. 6, novembre-dicembre 2006.
GIUSEPPE DE LUTIIS (Pescara, 1941) è presidente del Cedost (Centro documentazione storico-politica su stragismo, terrorismo e violenza politica) di Bologna. Dal 1994 al 2001 è stato coordinatore dei consulenti della Commissione parlamentare su stragi e terrorismo. È autore, fra l’altro, di Storia dei servizi segreti italiani (Editori Riuniti 1984, 1991, 1998), Il lato oscuro del potere (Editori Riuniti 1996) e Il golpe di via Fani (Sperling & Kupfer 2007).
SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno. Il delitto Moro (5ª edizione 2003), ha scritto o curato inoltre: Trame atlantiche. Storia della Loggia massonica segreta P2 (2ª edizione 2005); «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); Il covo di Stato (1999); I fantasmi del passato (2001); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Dossier Pecorelli (2005); Le Idi di marzo. Il delitto Moro secondo Mino Pecorelli (2007); Dossier delitto Moro (2007); tutti pubblicati dalla Kaos edizioni.
ILARIA MORONI (Roma, 1976), si è laureata con una tesi sul caso Moro. Lavora presso il “Centro di documentazione Archivio Flamigni”, e coordina la “Rete degli Archivi per non dimenticare”.
LORENZO RUGGIERO (Milano, 1961) ha scritto Lager Sudafrica. Viaggio nel Paese dell’apartheid (1989). Ha curato: Fabulazzo di Dario Fo (1992); No War. Idee e canzoni contro tutte le guerre (2003); Dossier Brigate rosse 1969-1975 (2007); Dossier Brigate rosse 1976-1978 (2007). Tutti pubblicati dalla Kaos edizioni.
Isabella Guarino e Corrado Scieri
“FOLGORE” DI MORTE E DI OMERTÀ
978-88-7953-176-4 − pagg. 132 − € 16,00
L’allievo parà Emanuele Scieri, ucciso da nessuno nella caserma “Gamerra” di Pisa.
«Nostro figlio Emanuele Scieri, partito da Siracusa il 21 luglio 1999 per fare il servizio militare nei parà della caserma “Gamerra” di Pisa, è tornato a casa un mese dopo chiuso in una bara. Non è morto per una fatalità o per una disgrazia: è stato ammazzato. Ma non si sa da chi. Perché la supercaserma pisana della “Folgore”, dopo essersi trasformata in un mattatoio, è diventata una centrale di omertà da fare impallidire “Cosa nostra”.
La più vile delle omertà ha protetto il branco degli assassini, paracadutisti pronti “come folgore dal cielo” a scappare, parà pronti “come nembo di tempesta” a nascondersi. Questi “arditi del cielo e della terra”, dopo avere massacrato in gruppo un singolo commilitone appena arrivato in caserma, se la sono data a gambe e da allora si nascondono come conigli.
Ancora una volta la giustizia italiana ha dimostrato di essere una pseudogiustizia all’italiana: delitti senza colpevoli, casi irrisolti, archiviazioni invece di verità, fantasmi al posto di imputati, generiche ipotesi invece di accertamenti. E come in altri casi, la vittima – cioè nostro figlio Emanuele – ha perfino rischiato di diventare “colpevole”, dato che inizialmente si è tentato di metterne in dubbio l’equilibrio psichico e l’integrità morale per rendere credibile la comoda scappatoia del suicidio.
Noi genitori di Emanuele siamo ancora qui a reclamare verità e giustizia. Lo facciamo attraverso questo libro, nel quale abbiamo ricostruito tutta la vicenda. Vogliamo sapere chi, in una caserma d’élite della Repubblica, ha ucciso nostro figlio e perché. Abbiamo il diritto di saperlo, sia come genitori sia come cittadini».
Isabella Guarino
Corrado Scieri
Lucio Giunio Bruto
BASSEZZA REALE
88-7953-168-9 − pagg. 200 − € 15,00
L’infanzia nei giardini del Quirinale, e l’incontro col duce Benito Mussolini • L’esilio nella reggia svizzera di Merlinge, e gli studi nei collegi più esclusivi di Ginevra • La giovinezza con tre passioni: le armi, le macchine e le donne • La promessa sposa piccoloborghese, e il matrimonio clandestino a Las Vegas • Dicembre 1969: “destituisce” il re Umberto II, e si autoproclama “Re Vittorio Emanuele IV” • Sangue e menzogne: la tragedia dell’isola di Cavallo • L’affiliazione alla Loggia massonica segreta P2, e i rapporti con Licio Gelli • I contatti coi servizi segreti, e le ombre del traffico internazionale di armi • Il testamento di Umberto II: volontà disattese e documenti scomparsi • Le invocazioni per la fine dell’esilio, e la pretesa di “risarcimenti” immobiliari • La pubblica adesione alla destra berlusconiana, e la ragnatela affaristica • In carcere con l’accusa di associazione a delinquere, e le telefonate di Puttanopoli • Il “movimento politico” del principino Emanuele Filiberto, e il business dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Autori vari
DOSSIER BANDA DELLA MAGLIANA
978-88-7953-202-0 − pagg. 500 − € 22,00
Traffico e spaccio di droga, riciclaggio, usura, estorsioni, rapine, sequestri di persona, omicidi. Rapporti col terrorismo nero e con i servizi segreti, con la massoneria e col mondo politico; legami con l’imprenditoria e la finanza, con la mafia e la camorra. La storia della associazione criminale romana detta “banda della Magliana”, attraverso i documenti giudiziari.
La storia, i protagonisti, i delitti della “banda della Magliana”, e le testimonianze dei collaboratori di giustizia, nel testo della sentenza-ordinanza del giudice istruttore Otello Lupacchini (Tribunale penale di Roma, 13 agosto 1994):
«Vera e propria associazione a delinquere della malavita capitolina, la cosiddetta “banda della Magliana”, attraverso una fittissima rete di collegamenti, complicità, coperture e agganci con gli ambienti più svariati, con l’impiego feroce di ogni tipo di violenza e intimidazione, è riuscita a imporre la propria supremazia in ogni settore di attività illegali e, soprattutto, in quelli estremamente lucrosi del traffico degli stupefacenti, dell’usura e del gioco d’azzardo… Esemplare manifestazione del modello mafioso, questa associazione criminale ha avuto contatti operativi anche con ambienti eversivi di estrema destra che, a Roma, hanno sempre potuto prosperare anche grazie alle complicità e agli aiuti di quel sodalizio delinquentesco».
Con i brani sulla banda della Magliana, nella sentenza processuale per il delitto Pecorelli (Corte di assise di Perugia, 24 settembre 1999).
Autori vari
DOSSIER LICIO GELLI
978-88-7953-197-7 − pagg. 382 − € 20,00
I trascorsi giovanili fascisti, il ruolo di doppiogiochista e delatore durante la Resistenza, l’attività di agente coperto del Sid, l’affiliazione alla Massoneria, i legami con gli apparati militari e con i servizi segreti, l’infiltrazione e le trame del potere occulto, i collegamenti con l’eversione: la biografia del Venerabile della Loggia massonica “coperta” P2, attraverso i documenti giudiziari.
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 (luglio 1984) – Il profilo biografico di Licio Gelli, con i documenti sui suoi trascorsi fascisti, di collaboratore del “Counter Intelligence Corps” e di sospetto agente coperto dell’Est, di doppiogiochista e di delatore durante la Resistenza.
Processo per la strage di Bologna del 1980 (maggio 1986) – Le pagine della requisitoria del pubblico ministero Libero Mancuso sul ruolo di Gelli e della P2 nella strategia della tensione: dai legami con l’eversione, ai rapporti con la Banda della Magliana.
Processo al Venerabile della P2 per cospirazione politica mediante associazione e reati connessi (gennaio 1991) – Nella requisitoria del pubblico ministero Elisabetta Cesqui: il progetto politico di Gelli, i suoi legami con i servizi di informazione e la stessa P2 come servizio segreto, i rapporti con i tentativi golpisti fino al 1974, la calunnia a danno dei giudici milanesi, l’archivio uruguaiano del Venerabile.
Autori vari
DOSSIER DELITTO PASOLINI
978-88-7953-198-6 − pagg. 370 − € 20,00
Il delitto Pasolini (Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975) attraverso i documenti.
Le cronache giornalistiche dell’omicidio, i commenti e le polemiche (Edoardo Sanguineti, Rossana Rossanda, Italo Calvino, Alberto Arbasino, Luigi Pintor, Enzo Biagi, Giovanni Testori).
Gli interrogatori del reo confesso, il “ragazzo di vita” minorenne Giuseppe Pelosi che si autoaccusa del delitto. La controinchiesta di Oriana Fallaci e del settimanale “L’Europeo”. Le deposizioni, le testimonianze e le perizie medico-legali durante l’inchiesta. L’arringa processuale dell’avvocato di parte civile Guido Calvi. La sentenza del processo di primo grado (26 aprile 1976), secondo la quale Pasolini fu ucciso da più persone. La sentenza della Corte d’appello (4 dicembre 1976) che ritenne Pelosi il solo assassino. La sentenza della Corte di cassazione (26 aprile 1979).
La ritrattazione di Pelosi trent’anni dopo il delitto: «Non fui io a uccidere Pasolini, ma un gruppo di picchiatori» (maggio 2005).
Prefazione di Giorgio Galli.
Autori vari
DOSSIER DELITTO CALVI
978-88-7953-195-5 − pagg. 428 − € 20,00
La criminalità organizzata e il Vaticano, il Banco Ambrosiano e la banca papale Ior, la massoneria piduista e l’Opus Dei, la Banda della Magliana e i “pentiti”, Flavio Carboni e monsignor Paul Marcinkus: la requisitoria del pubblico ministero al processo per l’uccisione di Roberto Calvi.
Roma, marzo 2007, processo per l’uccisione del banchiere Roberto Calvi: il testo della requisitoria del pubblico ministero, il sostituto procuratore Luca Tescaroli.
«Era il 18 giugno 1982 quando veniva trovato impiccato a una impalcatura, collocata sull’acqua di una riva del Tamigi, sotto il ponte di Black Friars di Londra, Roberto Calvi, esponente di spicco della finanza cattolica, dal 19 novembre 1975 al vertice del Banco Ambrosiano. La sua morte si colloca in un periodo oscuro del nostro passato, caratterizzato da grande tensione sociale, attraversato dall’attentato al Sommo Pontefice il 13 maggio 1981… Nel panorama a tinte fosche di quegli anni si era assistito, dopo l’assassinio di Aldo Moro, all’invadenza della Loggia massonica P2 nei più delicati gangli degli apparati statali e militari, e al consolidarsi di cointeressenze finanziarie tra il piduista Calvi, la banca vaticana guidata da monsignor Paul Marcinkus, e la criminalità mafiosa… Questo processo ha rimosso il lenzuolo del tempo che aveva ricoperto una storia giudiziaria inquietante e drogata del nostro passato, costruita attorno a uomini che hanno vissuto un’esistenza di impunità, e ha contribuito alla ricerca di una verità che era apparsa per
Autori vari
DOSSIER P2
978-88-7953-184-9 − pagg. 318 − € 17,00
Prefazione di Sergio Flamigni.
Sergio Flamigni [a cura di]
DOSSIER DELITTO MORO
978-88-7953-172-6 − pagg. 482 − € 23,00
Il testo integrale della relazione finale della “Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia” (28 giugno 1983).
Le relazioni sugli ultimi sviluppi del caso Moro della “Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi”: X Legislatura (14-15 aprile 1992), e XI Legislatura (28 febbraio 1994).
La proposta di relazione sul caso Moro del senatore Giovanni Pellegrino, presidente della “Commissione parlamentare stragi”, del dicembre 1995 (XII Legislatura). E l’elaborato del sen. Pellegrino del settembre 2000 “Ultimi sviluppi della inchiesta sul caso Moro” (XIII Legislatura).
Introduzione e cura dell’ex parlamentare Sergio Flamigni (già membro delle Commissioni parlamentari Moro, P2 e Antimafia).
Lorenzo Ruggiero [a cura di] DOSSIER BRIGATE ROSSE 1976-1978 978-88-7953-180-1 − pagg. 528 − € 23,00
I documenti e i comunicati delle sanguinarie Brigate rosse di Mario Moretti, prima e durante il delitto Moro.
Lorenzo Ruggiero [a cura di] DOSSIER BRIGATE ROSSE 1969-1975 978-88-7953-163-4 − pagg. 424 − € 20,00
La lotta armata nei documenti e comunicati delle prime Br.
Sergio Flamigni [a cura di]
DOSSIER PECORELLI
88-7953-150-6 − pagg. 516 − € 22,00
Un profilo biografico di Carmine “Mino” Pecorelli, il giornalista-direttore dell’agenzia “Op” assassinato a Roma il 20 marzo 1979. Con il testo delle tre sentenze del processo per l’uccisione del giornalista (primo grado, appello, Cassazione), imputati Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Giuseppe Calò, Gaetano Badalamenti, Michelangelo La Barbera, Massimo Carminati.
«Tempi biblici e nessun colpevole accomunano il processo Pecorelli a tanti altri processi riguardanti la strategia della tensione, le “trame atlantiche” e lo stragismo in Italia. Ennesima conferma del fatto che quando si processano delitti nei quali sono implicati i servizi segreti, è pressoché impossibile per la giustizia accertare i fatti e individuare e punire i colpevoli… Sebbene si sia concluso senza verità, il processo Pecorelli ha raccolto una documentazione di notevole interesse storico su fatti importanti degli anni Sessanta e Settanta, come la strategia della tensione, le trame eversive, il sequestro Moro, le corruttele e gli scandali politico-affaristici, le trame dei poteri occulti e criminali, i torbidi retroscena dell’attività dei servizi segreti. È una documentazione utile a illuminare il sottobosco del potere nel quale il delitto Pecorelli maturò.» (SERGIO FLAMIGNI)