Aleister Crowley
MACCHIE BIANCHE
WHITE STAINS
978-88-7953-317-1 − pagg. 236 − € 18,00
Aleister Crowley (1875-1947), il leggendario occultista britannico dedito all’esoterismo, alla magia, alle pratiche iniziatiche e alle culture orientali, alle droghe e alla bisessualità (sarà infatti un’icona della cultura rock del Novecento), pubblicò a Amsterdam nel 1898 questa raccolta di scabrose poesie, perverse e blasfeme, sotto il titolo White Stains.
«Queste poesie», ha scritto il biografo crowleyano Lawrence Sutin, «spaziano nell’intera gamma delle perversioni più estreme agli occhi della tarda epoca vittoriana: il lesbismo, l’omosessualità, la bisessualità, la zoofilia, il sadismo, il masochismo, il priapismo venerato come forza vitale, la necrofilia… Crowley non volle, o non poté, ammettere pubblicamente che White Stains rifletteva paure e desideri personali. C’è per esempio un gioioso componimento in lode dell’amore omosessuale passivo, meritevole di un posto in qualunque antologia di poesia gay». Secondo il biografo John Symonds, White Stains può essere considerata «una raccolta di poesie pornografiche».
In appendice, il testo crowleyano The Book of the Law (Il Libro della Legge), il “Verbo del Nuovo Eone” con gli imperativi: «Fa’ ciò che vuoi sarà tutta la Legge / Amore è la legge, amore per volontà / Non c’è altra legge oltre Fa’ ciò che vuoi».