DELITTO MORO. CARTE NASCOSTE


Autori vari
DELITTO MORO. CARTE NASCOSTE
978-88-7953-343-0 − pagg. 972 − € 30,00


Questo libro raccoglie documenti, testimonianze e rapporti ignorati o censurati, elementi sottaciuti e indizi occultati o rimossi, riguardanti – in forma diretta o indiretta, prima e dopo – i terroristi delle Brigate rosse, la strage di via Fani e il sequestro Moro. Una nutrita documentazione univoca nel dimostrare la notevole opacità delle Br morettiane, e quanto sia menzognera la versione ufficiale del golpe del 16 marzo 1978, della prigionia e dell’uccisione del presidente della Dc. Si tratta di una documentazione che sostanzia le recenti parole dell’ex dirigente democristiano Beppe Pisanu (nel 1978 capo della segreteria politica del leader Dc Benigno Zaccagnini): «Moro ci aveva trasmesso la percezione chiara che nel Paese c’era una destra profonda, annidata negli angoli bui della società e delle istituzioni, contraria a ogni forma di rinnovamento e pronta a intervenire con ogni mezzo». E nel merito della strage e del sequestro: «Io credo molto poco a tutto quello che hanno detto i brigatisti rossi. Ho sempre avuto, e ho ancora, l’impressione che abbiano concordato tra di loro una versione comune dell’intera vicenda tacendo più spesso e altre volte mentendo, ma dopo aver concordato silenzi e menzogne anche con loro referenti esterni».

Invito alla lettura

Esecuzione capitale


Autori vari
ESECUZIONE CAPITALE
Edgardo Sogno, le Br e il delitto Moro

978-88-7953-344-7 − pagg. 338− € 20,00


Il 23 marzo 1971, a Milano, Edgardo Sogno (durante la Resistenza fiduciario dei Servizi alleati e capo della organizzazione Franchi) sottoscrive, insieme a una ventina di ufficiali dell’esercito, un giuramento anticomunista comprensivo di impegno omicidiario: «Mi impegno [a compiere], nei modi e tempi che mi verranno indicati, l’esecuzione capitale degli esponenti politici di partiti democratici responsabili di collaborazionismo coi nemici della democrazia e di tradimento verso le libere istituzioni». In pratica, l’impegno a uccidere i leader della Democrazia cristiana che avessero stretto intese governative col Partito comunista italiano.
Nella primavera del 1970 Sogno ha organizzato, con l’aiuto degli ex comunisti Roberto Dotti e Luigi Cavallo, i “Comitati di resistenza democratica” per combattere l’avanzata elettorale del Partito comunista. Proprio mentre si sono costituite le prime Brigate rosse di Renato Curcio, Alberto Franceschini e Mara Cagol. E la triade anticomunista Sogno-Dotti-Cavallo incrocia, a colpi di coincidenze, la biografia del futuro capo brigatista Mario Moretti (il più sfuggente terrorista dell’intera storia della lotta armata), originando l’humus politico-terroristico del delitto Moro.


«Quando la storia d’Italia del secolo appena concluso sarà riscritta al di fuori della contingenza politica, mi sarà riconosciuto il merito di aver contribuito alla lotta per sottrarre lo Stato alla morsa mortale del clerico-marxismo» [Edgardo Sogno, Testamento di un anticomunista, 2000]


Invito alla lettura


L’anticapitalismo imperfetto


Giorgio Galli
L’ANTICAPITALISMO IMPERFETTO
978-88-7953-342-3 − pagg. 202− € 17,00


Questo libro tratta della critica al capitalismo, a livello sistemico e nell’ambito italiano, dei suoi risultati e dei suoi limiti. Questi ultimi motivano il titolo di “anticapitalismo imperfetto”, che richiama anche il titolo del mio fortunato libro del 1966 [Il bipartitismo imperfetto, dove] precisavo: «La critica più sistematica e più seria alla democrazia parlamentare, che è una democrazia rappresentativa e che può anche essere definita “borghese” per le sue origini e per il tipo di società nella quale si è sviluppata, è quella formulata dal pensiero marxista. Questa critica si sostanzia nell’asserzione che il carattere di classe della società capitalistica, il fatto che i mezzi di produzione e di scambio siano di proprietà, o gestiti o controllati solo da un gruppo sociale determinato, e non dall’intera collettività, colloca tutti gli altri gruppi in una posizione di inferiorità. L’eguaglianza giuridica non corrisponde a una situazione di pariteticità in fatto di potere decisionale. Questo giudizio, nelle sue linee fondamentali, rimane esatto».
Ma, a metà dello scorso secolo, il “marxismo” non consisteva solo in quell’asserzione, relativa alla società capitalistica. Si dicevano ispirate e orientate dal pensiero marxista altre società, come l’Urss e la Cina, che sostenevano di aver superato la fase capitalistica e di essere alle prese con la costruzione del socialismo, in vista del comunismo, mentre personalità e correnti di pensiero che pure si richiamavano al “marxismo” negavano quest’altra asserzione. A mezzo secolo di distanza, la situazione socio-culturale è completamente diversa. La Russia ha accantonato il marxismo. Vi rimane fedele il partito comunista cinese (col semi-satellite nord-coreano), che definisce il “continental State” imperiale di cui è al governo un «capitalismo armonioso», preludio del socialismo. […]
Il fatto è che, in sole due generazioni, il pensiero marxista, dominante in un terzo del pianeta e impegnato a costruire il socialismo, si è ridotto, salvo che in Cina, a essere appannaggio di piccolissimi gruppi politici e di pochi singoli studiosi, confermato come analisi economica del capitalismo, ma privo di conseguenze appunto politiche nel mondo globalizzato delle multinazionali…

Giorgio Galli

GIORGIO GALLI (Milano 1928), storico e politologo, è autore di numerosi saggi. Tra le sue ultime pubblicazioni con Kaos edizioni: Pasolini comunista dissidente (2010), Il golpe invisibile (2015), Hitler e il nazismo magico (2017). Ha curato la prima edizione critica del Mein Kampf di Adolf Hitler (Kaos edizioni 2002).

Jim Morrison. The End

JIM MORRISON. THE END
978-88-7953-340-9 − pagg. 226 − € 18,00

L’ultimo “viaggio” nella tormentata intimità di Jim Morrison (1943-1971): giovane ribelle, trasgressivo e sovversivo nell’America dei secondi anni Sessanta, personaggio oltraggioso della ribalta rock come sex symbol nella leggendaria rockband The Doors. La tumultuosa dimensione erotica di Re Lucertola, ricostruita da Philip Avon in Jim Morrison proibito sulla base di quanto appurato dai maggiori biografi morrisoniani (Jerry Hopkins, Danny Sugerman, Stephen Davis, Frank Lisciandro e altri).

«Il sesso può essere liberatorio, ma può anche essere una trappola. Tutto dipende da quanto ascoltiamo il nostro corpo, le nostre sensazioni… La sessualità è piena di menzogne. Il corpo tenta di dire la verità, ma di solito è troppo frustrato e annichilito dalle regole per essere ascoltato… William Blake sosteneva che il corpo è la prigione dell’anima finché i cinque sensi non sono pienamente sviluppati, lui considerava i sensi “le finestre dell’anima”. Quando il sesso coinvolge tutti i sensi, può diventare un’esperienza mistica».

Con interviste rare, ricordi psichedelici, testimonianze doorsiane, saggi in libertà (“Le Porte della percezione”, “Rimbaud e Morrison, poeti ribelli”, “Lo Stregone e il peyote”), e con brani di William S. Burroughs, Aldous Huxley, Friedrich Nietzsche, William Blake, John Rechy e Carlos Castaneda.

Celeste ladrone

Gianni Castiglioni [a cura di]
CELESTE LADRONE
ISBN 978-88-7953-341-6 − pagg. 280 − € 18,00


Quella di Roberto Formigoni è la parabola di un politicante ultracattolico bulimico di potere temporale. È la vicenda di un democristiano fattosi berlusconiano e filo-leghista perché il fine giustifica i mezzi. È il ritratto di un cattolico-integralista all’italiana, devoto alla Vergine ma soprattutto al dio denaro.

Presidente della Regione Lombardia per ben 18 anni col celestiale soprannome di Celeste, Formigoni ha governato come un monarca, grazie a un sistema di potere formato dal partito-azienda berlusconiano, dalla Lega nord, e soprattutto dalla lobby clerico-affaristica di Comunione e liberazione-Compagnia delle opere, in un rosario di scandali e corruttele.

Le maggiori ruberie si sono concentrate nel ricco settore della Sanità, dove lo stesso presidente Formigoni è stato corrotto per anni da mazzette milionarie, pagate dall’ospedale San Raffaele e dalla Fondazione Maugeri agli affaristi formigoniani Pierangelo Daccò e Antonio Simone (entrambi di Comunione e liberazione) tramite una rete di società estere. Come ha ricostruito la magistratura nella sentenza riportata in questo libro, il presidente Formigoni beneficiò di corruttele per oltre 6 milioni di euro fra viaggi, yacht di lusso, ville, finanziamenti elettorali, e un fiume di denaro contante. Un funzionario della Banca Popolare di Sondrio «ha spiegato che tra il 2003 e il 2005 Formigoni, dopo averlo convocato presso il suo ufficio in Regione Lombardia, ebbe a consegnargli somme di denaro contante per eseguire bonifici… chiedendogli espressamente se fosse possibile eseguire tali bonifici senza far transitare sui suoi conti le somme di contante».

Le verità dicibili


Lorenzo Ruggiero [a cura di]
LE VERITÀ DICIBILI
ISBN 978-88-7953-339-3 − pagg. 320 − € 20,00


I brani salienti delle tre relazioni annuali della II Commissione parlamentare di inchiesta sul delitto Moro (2015-2017). Pagine perlopiù ignorate o censurate col silenzio dai media nazionali, le quali confermano che il sequestro del presidente della Dc è rimasto un delitto senza verità: dall’inizio (la strage di via Fani), alla fine (l’uccisione di Moro).

«Con nuovi elementi e precisi dati di fatto, la Il Commissione parlamentare ha confutato la “verità ufficiale” sul delitto Moro (versione dei fatti basata in sostanza sul memoriale dell’ex terrorista Valerio Morucci), a partire dalla fuga del terroristi da via Fanl subito dopo la strage, il 16 marzo 1978. Secondo la versione ufficiale, l terroristi in fuga a bordo di 3 macchine abbandonarono le auto In via Licinio Calvo la stessa mattina del16 marzo. Invece le auto furono parcheggiate In quella via in tre tempi diversi (il 16, il 17 e il 19 marzo). Una tempistica resa possibile dal fatto – accertato dalla II Commissione – che subito dopo la strage i terroristi avevano occultato 2 delle 3 auto, e probabilmente lo stesso ostaggio, nel garage di un vicino edificio dello Ior vaticano di via Massimi 91» [Giorgio Galli].

I nuovi accertamenti di una seconda Commissione parlamentare la quale, nel denunciare come il memoriale Morucci abbia segnato «i confini della “verità dicibile” del caso Moro, si è limitata ad allargare tali confini. A conferma del fatto che la verità sul delitto Moro rimane indicibile.

Leggi la Prefazione di Giorgio Galli

CLASH. Combat Rock


CLASH. Combat Rock
ISBN 978-88-7953-335-5
190 pagine – € 17,00


L’epopea del “rock combattente” dei Clash di Joe Strummer (voce e chitarra), Mick Jones (chitarra), Paul Simonon (basso) e Topper Headon (batteria). Il punk-rock-reggae di fine anni Settanta-primi anni Ottanta, nei dischi-manifesto The Clash (1977), London Calling (1979), Sandinista! (1980) e Combat Rock (1982).

Joe Strummer: «Con i Clash è stato come scendere all’inferno e ritornare – non si può neanche immaginare quanto ci è costato fare i dischi che abbiamo fatto… Però quando incontri gente che ti dice quale effetto hai avuto sulla loro vita, allora capisci che ne è valsa la pena».
Paul Simonon: «Ammiro molto Pete Townshend. E credo che la gente non si renda conto di quanto sia stata forte la sua influenza sui Clash».
Topper Headon: «Il mio più grande rimpianto non sono i soldi che ho dilapidato per la droga, ma la batteria… Ero uno dei migliori, ma con la droga ho rovinato tutto».
Mick Jones: «Se non fossi stato nei Clash avrei voluto avere tutti i loro dischi. I Clash sono tutto per me, non ho nient’altro… Ho l’impressione di aver dato per loro tutto quello che avevo, e di aver perso tutto. Questo è il mio problema».
Paul Simonon: «Sono passati tanti anni, ma molta gente continua a non capire che l’unico senso del punk era il cambiamento, e che c’era una sola regola: niente regole».
Joe Strummer: «Quando ha cominciato a essere di moda qualunque cosa urlata, allora io ho smesso di urlare… Quando sei molto giovane e idealista non realizzi che esistono varie possibilità di manifestarti: puoi volteggiare come una farfalla, oppure pungere come un’ape».

Rapporto sul caso Moro


Sergio Flamigni
RAPPORTO SUL CASO MORO
ISBN 978-88-7953-336-2
252 pagine – € 18,00


Prima parte. Il contributo di Sergio Flamigni ai lavori della II Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro (relazione, audizione, e risposte ai quesiti di alcuni commissari), contributo basato su un lavoro di ricerca e approfondimento durato quarant’anni.
Seconda parte. Flamigni ricostruisce la presenza e l’operato di Steve Pieczenik, l’esperto americano mandato dal Dipartimento di stato Usa a fiancheggiare il ministro dell’Interno Francesco Cossiga alle prese con l’emergenza del sequestro Moro. La presenza a Roma di Pieczenik fu una operazione di guerra psicologica, di matrice atlantica, con tre obiettivi: garantire l’uccisione dell’ostaggio; recuperare le registrazioni degli interrogatori e gli scritti morotei; ottenere il silenzio dei terroristi. A conferma dei tratti golpistici della strage di via Fani e del movente politico anticomunista del delitto Moro.
Terza parte. Flamigni raccoglie il testo della requisitoria firmata l’11 novembre 2014 dal procuratore generale della Corte d’appello di Roma Luigi Ciampoli. Un documento giudiziario che nega alla radice la “verità di Stato” sulla strage di via Fani basata sulle menzogne raccontate dai terroristi, e che chiede di procedere nei riguardi di Steve Pieczenik per il reato di concorso nell’uccisione di Aldo Moro.

Leggi l’Introduzione

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro, sulla Loggia P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003) e di numerosi altri libri-inchiesta, fra i quali Patto di omertà (2015), Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016), La sfinge delle Brigate rosse (nuova edizione 2018), Il quarto uomo del delitto Moro (2018), Delitto Moro: la grande menzogna (2019), tutti pubblicati da Kaos edizioni.

DAVID JONES BOWIE


DAVID JONES BOWIE
ISBN 978-88-7953-334-8
200 pagine – € 17,00


Cronologia biografico-artistica, rassegna di dichiarazioni dal 1970 al Duemila, raccolta di interviste, conversazioni con William Burroughs e col pittore Balthus, tossicodipendenze e libertinaggio: tutto David Bowie, pubblico e privato.

«Devo ammettere che in un passaggio di Space Oddity mi sono ispirato ai Beatles. Mi piaceva veramente il modo in cui Lennon, nella composizione dei testi, giocava con le parole. Non c’è mai stato nessuno bravo come lui nei giochi di parole.» [1973]
«Continuo a accarezzare l’idea che quando sarò vecchio me ne andrò nel lontano Oriente a fumare oppio vivendo in una specie di euforica estasi nebulosa.» [1980]
«Riascoltare l’album Low mi fa sudare freddo per i ricordi spiacevoli – riporta tutto a galla, all’istante… È un album grandioso, e quando lo riascolto sento ancora tremori e sudore.» [1989] 
«La mia bisessualità è stata solo una fase. Stavo provando tutto, avevo fame di sperimentare tutto quello che la vita aveva da offrirmi, dall’oppio a qualunque altra cosa. E credo di avere provato tutto, tranne le cose davvero pericolose. Ho provato quasi tutto quello che la cultura occidentale può offrire.» [1996]
«Quante droghe ho assunto in vita mia? Oh, cinque o sei… Ho preso veramente di tutto, fino ai sedativi per elefanti. Ma questa delle droghe  una faccenda così trita e ritrita che non mi va neanche più di parlarne.» [1999]
«La musica mi ha regalato più di quarant’anni di esperienze eccezionali. Non posso dire che abbia attenuato i dolori e le tragedie della vita, ma mi ha permesso di trascorrere molti momenti in compagnia quando mi sentivo solo, ed è stato per me un sublime mezzo di comunicazione quando volevo entrare in contatto con gli altri. È la porta che dà sulla mia percezione e la casa in cui vivo.» [2004]

Il Ducetto della Padania


Giovanni Castiglioni (a cura di)
IL DUCETTO DELLA PADANIA
ISBN 978-88-7953-333-1
224 pagine – € 18,00


Introdotto da un’intervista col politologo Giorgio Galli sulla storia della Lega nord («Il leghismo da Bossi a Salvini»), e dal pamphlet biografico Matteo Salvini sottovuoto spinto di Michele De Lucia, questo libro raccoglie una antologia delle dichiarazioni pubbliche del capo leghista durante l’ultimo decennio («La sua battaglia»).
Le sparate salviniane sono un’incredibile rassegna di propaganda reazionaria e di concetti fascistoidi, qualcosa di inaudito. Dall’originaria Padania federalista e secessionista, al “partito personale” nazionale e nazionalista; dall’originario livore antimeridionale, all’odierna xenofobia; dalla caccia ai rom, alle ronde anti-immigrati; dalla legittima difesa da Far West, alla castrazione chimica per gli stupratori (meglio se stranieri); dall’apologia dell’evasione fiscale, alla riapertura dei postriboli; dall’integralismo religioso con invocazione della Madonna, alla crociata contro la religione musulmana; dall’anticomunismo senza comunisti, all’intesa con l’ultradestra neofascista; denunce e invettive contro i reati degli ultimi, e la più silente indulgenza verso la criminalità finanziaria dei colletti bianchi…
«Le parole del capo leghista Matteo Salvini sono una drammatica testimonianza della condizione di una parte importante (elettoralmente maggioritaria) dell’Italia odierna, che quelle parole apprezza e condivide. E che quel genere di politici esprime» [G.C.]

JACKO


William Mandel
JACKO. Splendori e miserie di Michael Jackson
ISBN 978-88-7953-332-4
234 pagine – € 18,00


Quella del divo pop contemporaneo Michael Ja-ckson (1958-2009) è una biografia di splendori e miserie che, non a caso, evoca per molti aspetti quel-la del re del rock’n’roll Elvis Presley (con un’ulteriore coincidenza: Michael il 26 maggio 1994 sposò Lisa Marie Presley, figlia di Elvis).

Questo libro biografico racconta Jacko: dal precoce esordio con i Jackson 5 negli anni Sessanta, ai primi album Got to be There (1972), Music & Me (1973), Forever, Michael (1975), fino al trionfo mondiale di Thriller (1982), l’album più venduto e il video-clip più celebre della storia del pop. Dalla misteriosa dimensione di popstar dall’esistenza tormentata e dalla vita privata scandalosa (comprensiva di figli concepiti mediante surrogazione di maternità), alla improvvisa morte nel giugno 2009, poco prima di un clamoroso ritorno sulle scene.

Date, incisioni, canzoni, concerti, dichiarazioni, polemiche, accuse, eccessi, scandali: tutto Michael Jackson senza censure. Con una antologia delle sue principali interviste (compresa la più famosa: quella televisiva con Oprah Winfrey del febbraio 1993), il racconto del documentario-shock Leaving Neverland, e la celebrazione di Thriller.

Dossier “OP”


Lorenzo Ruggiero [a cura di]
DOSSIER “OP”
Le notizie riservate di Carmine Mino Pecorelli
978-88-7953-329-4 − pagg. 342 − € 22,00


L’avvocato-giornalista Carmine “Mino” Pecorelli fu attivo a Roma, con l’agenzia informativa “Op”, negli anni 1968-1979, il dodicennio più convulso e tempestoso dell’Italia repubblicana a causa della strategia della tensione cominciata con la bomba di piazza Fontana e culminata nella strage di via Fani.
Per alimentare di “notizie riservate” il suo “Osservatore Politico”, Pecorelli aveva stabilito rapporti con il mondo politico (soprattutto democristiano) e finanziario, con imprenditori e boiardi di stato, con gli stati maggiori delle Forze armate e con le forze di polizia, con i vertici dei Servizi segreti e col venerabile della P2 (Loggia massonica segreta alla quale era affiliato).
Introdotto da un profilo biografico di Pecorelli scritto da Sergio Flamigni, questo dossier è una raccolta antologica delle “notizie riservate” pubblicate da “Op” negli anni Settanta. Notizie, voci e indiscrezioni sulle faide al-l’interno dei Servizi segreti, sulle trame eversive, sulle corruttele e sugli scandali politico-affaristici, sulle lotte di potere al vertice dei partiti (soprattutto nella Democrazia cristiana). Fino ai più scabrosi retroscena della strage di via Fani e del sequestro Moro.
Pecorelli venne assassinato a Roma il 20 marzo 1979, e il delitto è rimasto senza colpevoli. A conferma del fatto che quando in vicende delittuose sono implicati servizi segreti e poteri occulti, è pressoché impossibile che la magistratura accerti i fatti e persegua i colpevoli.

Introduzione di Sergio Flamigni


Il quarto uomo del delitto Moro

 

 


Sergio Flamigni
IL QUARTO UOMO DEL DELITTO MORO
978-88-7953-321-8 − pagg. 350 − € 20,00


Nell’estate del 1993 l’ex capo brigatista Mario Moretti, nel ruolo di interessato delatore, permette alla Digos di individuare in Germano Maccari il terrorista che, con lo pseudonimo di “Luigi Altobelli”, sarebbe stato il quarto carceriere di Aldo Moro nel fantomatico covo-prigione di via Montalcini 8 durante i 55 giorni del sequestro. Inoltre, a detta del trio Moretti-Adriana Faranda-Valerio Morucci, Maccari avrebbe collaborato all’uccisione del prigioniero, e avrebbe poi partecipato al grottesco trasporto del cadavere di Moro da via Montalcini fino in via Caetani la mattina del 9 maggio 1978.

La vicenda che ha avuto come protagonista Germano Maccari – qui ricostruita anche attraverso la documentazione giudiziaria e gli interrogatori – è un compendio delle ambiguità, delle menzogne, delle omertà, del criminale cinismo e delle “verità indicibili” che hanno caratterizzato le sanguinarie Br morettiane e che hanno scandito la strage di via Fani e il delitto Moro. Ed è una vicenda che conferma vieppiù inverosimile la versione brigatista (assurdamente avallata dalla magistratura) sulla prigionia e l’uccisione del presidente della Dc. Versione peraltro smentita anche dalle risultanze della II Commissione parlamentare Moro.

 

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro, sulla P2 e Antimafia. Ha scritto: La tela del ragno (1988 e 2003), Trame atlantiche. Storia della Loggia P2 (1996); «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); I fantasmi del passato (2001); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016).

Leggi l’Introduzione

La ballata di Syd Barrett

 


Alex Romeo [a cura di]
La ballata di Syd Barrett
978-88-7953-320-1 − pagg. 180 − € 17,00


 

Alle origini della epopea artistica dei Pink Floyd c’è Roger ‘Syd’ Barrett, il chitarrista-compositore che fu l’anima creativa della band agli esordi e nel primo periodo. Attraverso una dettagliata biografia (Syd Barrett proibito di Tommy Brook), seguita dalle cronache dell’epoca con testimonianze e interviste, questo libro racconta la drammatica parabola artistica e esistenziale di Barrett.

Gli anni più creativi di Syd, espressi nei primi successi pinkfloydiani (i brani Arnold Layne e See Emily Play, e l’album The Piper at the Gates of Dawn, 1967) e le pressioni dello show business. Gli eccessi e la dipendenza dagli allucinogeni, fino al progressivo smarrimento nei meandri dell’alienazione e della follia. L’allontanamento dai Pink Floyd, e i due travagliati lavori discografici di Barrett solista. Lo psichiatra R.D. Laing, gli anni della solitudine a Cambridge, e la “leggenda nera” che accompagnò il chitarrista fino alla morte (7 luglio 2006).

Leggi interviste

Banda Etruria

 

 


Lucio Giunio Bruto
BANDA ETRURIA
978-88-7953-315-7 − pagg. 314 − € 20,00


Massoni, politicanti e affaristi: la grande truffa della bancarotta Etruria

La Banca popolare dell’Etruria, piccolo istituto di credito con sede a Arezzo, sale alla ribalta delle cronache nazionali nella primavera del 1981, a causa dello scandalo della Loggia massonica segreta P2. Una coincidenza per niente casuale: all’origine di Banca Etruria c’è infatti la Banca mutua popolare aretina fondata nel 1888 dalla Massoneria toscana; dal 1980 l’Etruria è presieduta dal massone Elio Faralli, e sul conto corrente del capo della P2 Licio Gelli presso la banca aretina finiscono le quote di affiliazione alla Loggia segreta.

Fra lotte di potere e maneggi finanziari, un consigliere suicida e un ragioniere suicidato, acquisizioni pilotate e sperperi, massoni affaristi e politicanti vecchi e nuovi, fino allo scandalo governativo Boschi-Renzi con l’approdo in Parlamento (Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario), la trentennale parabola di Banca dell’Etruria con l’epilogo del crac pagato da decine di migliaia di risparmiatori truffati.

Gli autori che si firmano Lucio Giunio Bruto hanno scritto tra l’altro: Cicciobello del potere (1997), Vespaio (2005), Bassezza reale (2006), Volo basso (2012), Attacco alla Costituzione (2014), Televergine Maria (2015), Checco cialtrone (2016). Tutti pubblicati da Kaos edizioni.

Leggi un estratto                                                    Il documento

 

 

 

La sfinge delle Brigate rosse

 

 


Sergio Flamigni
LA SFINGE DELLE BRIGATE ROSSE
978-88-7953-318-8 − pagg. 360 − € 20,00


La torbida biografia di Mario Moretti, il terrorista che come capo delle Br è stato l’efferato strumento per mutare il corso politico della storia italiana.

• Studente filofascista al “Montani” di Fermo, mantenuto agli studi dai marchesi Casati Stampa • In via Gallarate 131 (Milano), centrale operativa del provocatore anticomunista Luigi Cavallo sodale di Edgardo Sogno • Sindacalista cislino dei “colletti bianchi” alla Sit-Siemens, contro la Cgil e contro il Pci • Esame di Dottrina e morale all’università Cattolica, docente don Luigi Giussani • Trasloco in via delle Ande: vicino di casa del capo dell’Ufficio politico della Questura milanese Antonino Allegra, e dell’ex comunista Roberto Dotti (braccio destro di Edgardo Sogno) • L’entrata nelle Br come militarista-rapinatore • Al vertice delle Br, dopo l’arresto dei fondatori, sospettato di essere un infiltrato • Una lunga latitanza “protetta” come capo-padrone delle Br, scandita da decine di delitti • In via Gradoli 96 all’ombra dei Servizi • La strage di via Fani, la gestione del sequestro Moro, l’omicidio e la “censura” degli scritti morotei • L’improvviso arresto come un ladro di polli, e l’accoltellamento-avvertimento in carcere • Né pentito, né dissociato, né irriducibile, con 6 condanne all’ergastolo • Silenzi e minacce, versioni di comodo concertate coi Servizi, trattative e ricatti con settori della Dc, permessi premio e semilibertà.

«Giudichi il lettore la figura del capo brigatista Mario Moretti ricostruita il questo libro anche attraverso documenti che non temono smentite. Dica il lettore se si tratta di “dietrologia”, o se la vera storia delle Br morettiane, e del delitto Moro, sia in gran parte – come io penso – ancora da scrivere» (S.F.)

Leggi un’anteprima

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro, sulla P2 e Antimafia. Ha scritto: La tela del ragno (1988 e 2003), Trame atlantiche. Storia della Loggia P2 (1996); «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); I fantasmi del passato (2001); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016).

Dossier Banche venete

 

 


A cura di Anselmo Marra
DOSSIER BANCHE VENETE
978-88-7953-316-4 − pagg. 438 − € 22,00


Questo libro documenta i crac di Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca, due vicende di straordinaria gravità economico-sociale che hanno finito per colpire molte decine di migliaia di cittadini-risparmiatori. Il dossier è articolato in tre parti:
• Una sintetica raccolta antologica delle principali cronache giornalistiche (nazionali e locali), comprensiva di interviste, documenti e testimonianze, che ripercorre il divenire dei due crac a partire dai primi anni del Duemila.
• I brani salienti della relazione finale (luglio 2016) della “Commissione d’inchiesta sui gravi fatti riguardanti il sistema bancario in Veneto”. Commissione istituita nel gennaio del 2016 dal Consiglio regionale per «l’allarme sociale provocato dallo sconvolgimento del mercato bancario in Veneto».
• Le principali audizioni, inerenti le due banche venete, della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario” (ottobre-dicembre 2017): esponenti di alcune associazioni dei risparmiatori di Bpvi e Vb; Gianni Zonin (ex presidente Bpvi); Giuseppe Vegas (presidente Consob); Vincenzo Consoli (ex amministratore Vb); Ignazio Visco (governatore Bankitalia).

Macchie Bianche. White Stains

 

 


Aleister Crowley
MACCHIE BIANCHE
WHITE STAINS
978-88-7953-317-1 − pagg. 236 − € 18,00


Aleister Crowley (1875-1947), il leggendario occultista britannico dedito all’esoterismo, alla magia, alle pratiche iniziatiche e alle culture orientali, alle droghe e alla bisessualità (sarà infatti un’icona della cultura rock del Novecento), pubblicò a Amsterdam nel 1898 questa raccolta di scabrose poesie, perverse e blasfeme, sotto il titolo White Stains.
«Queste poesie», ha scritto il biografo crowleyano Lawrence Sutin, «spaziano nell’intera gamma delle perversioni più estreme agli occhi della tarda epoca vittoriana: il lesbismo, l’omosessualità, la bisessualità, la zoofilia, il sadismo, il masochismo, il priapismo venerato come forza vitale, la necrofilia… Crowley non volle, o non poté, ammettere pubblicamente che White Stains rifletteva paure e desideri personali. C’è per esempio un gioioso componimento in lode dell’amore omosessuale passivo, meritevole di un posto in qualunque antologia di poesia gay». Secondo il biografo John Symonds, White Stains può essere considerata «una raccolta di poesie pornografiche».
In appendice, il testo crowleyano The Book of the Law (Il Libro della Legge), il “Verbo del Nuovo Eone” con gli imperativi: «Fa’ ciò che vuoi sarà tutta la Legge / Amore è la legge, amore per volontà / Non c’è altra legge oltre Fa’ ciò che vuoi».

Dossier Monte dei Paschi di Siena

 

 


A cura di Stefano Molteni – Prefazione di Giorgio Galli
DOSSIER MONTE DEI PASCHI DI SIENA
978-88-7953-309-6 − pagg. 352 − € 20,00


Il verbale dell’adunanza del Collegio sindacale di Montepaschi del 9 ottobre 1981, in conseguenza dello scandalo della Loggia massonica segre1ia P2. Una dettagliata rassegna delle cronache giornalistiche sui fatti più rilevanti dell’attività della banca senese degli anni Ottanta, Novanta e Duemila. La relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale, approvata il 28 luglio 2016 dalla minoranza (Movimento Cinquestelle, Lega nord, Sì-Toscana a sinistra), “in merito alla fondazione e alla Banca Monte dei Paschi di Siena”.

«Nella recente storia del Montepaschi, qui ricostruita in forma di cronaca, ricorrono a vario titolo i nomi del più noti affaristi italici (e di alcuni del più famigerati, bancarottieri inclusi). Ricorrono i nomi di politici della Prima repubblica (Pci e Dc) e della Seconda (del centrosinistra prodiano e del centrodestra berlusconiano). Ricorrono le ombre dei poteri occulti e i maneggi partitici, fra clientele e ruberie, crac e riclclaggi, tangenti e corruttele, azzardi speculativi e bilanci falsi. Ricorrono omissioni, complicità e connivenze da parte dei cosiddetti “organismi di controllo” (Bankitalia e Consob). Né manca la morte enigmatica di un dirigente, sbrigativamente archiviata come suicidio»

[Giorgio Galli]

Colloqui riservati di Adolf Hitler

 

 


A cura di GIORGIO GALLI
COLLOQUI RISERVATI DI ADOLF HITLER
annotati da Martin Bormann
[5 LUGLIO 1941-30 NOVEMBRE 1944]
978-88-7953-313-3 − pagg. 564 − € 28,00


I Colloqui riservati di Adolf Hitler qui pubblicati, raccolti a cura del gerarca nazista Martin Bormann (primo fiduciario del Führer), sono un documento risalente agli anni della seconda guerra mondiale. Riguardano infatti il periodo dal luglio 1941 (inizio della “campagna di Russia”) al novembre 1944 (inizio della disfatta bellica del Reich nazista).

L’importanza storica di questi colloqui hitleriani sui più disparati argomenti, e con svariati interlocutori, è davvero notevole. Da essi traspare la vera essenza politico-culturale, la vera personalità di Adolf Hitler. E confermano come il Führer non fosse né un pazzo né un demone, ma piuttosto un uomo di potere strenuamente impegnato a trasporre in chiave politica idee, teorie e concetti propri della cultura europea, soprattutto Ottocentesca e d’inizio Novecento. Un messianico capo politico che, attraverso la democrazia rappresentativa, arrivò al potere cavalcando idee, fobie e fanatismi mutuati dalla destra radicale, dai movimenti nazional-patriottici e pangermanisti tedeschi e austriaci (col loro carico di militarismo, razzismo, xenofobia e antiebraismo).

Questi Colloqui riservati attestano che il nazismo hitleriano fu una drammatica degenerazione – non causa, bensì effetto – della civilizzazione occidentale di matrice europea.