Autori vari DELITTO MORO. CARTE NASCOSTE 978-88-7953-343-0 − pagg. 972 − € 30,00
Questo libro raccoglie documenti, testimonianze e rapporti ignorati o censurati, elementi sottaciuti e indizi occultati o rimossi, riguardanti – in forma diretta o indiretta, prima e dopo – i terroristi delle Brigate rosse, la strage di via Fani e il sequestro Moro. Una nutrita documentazione univoca nel dimostrare la notevole opacità delle Br morettiane, e quanto sia menzognera la versione ufficiale del golpe del 16 marzo 1978, della prigionia e dell’uccisione del presidente della Dc. Si tratta di una documentazione che sostanzia le recenti parole dell’ex dirigente democristiano Beppe Pisanu (nel 1978 capo della segreteria politica del leader Dc Benigno Zaccagnini): «Moro ci aveva trasmesso la percezione chiara che nel Paese c’era una destra profonda, annidata negli angoli bui della società e delle istituzioni, contraria a ogni forma di rinnovamento e pronta a intervenire con ogni mezzo». E nel merito della strage e del sequestro: «Io credo molto poco a tutto quello che hanno detto i brigatisti rossi. Ho sempre avuto, e ho ancora, l’impressione che abbiano concordato tra di loro una versione comune dell’intera vicenda tacendo più spesso e altre volte mentendo, ma dopo aver concordato silenzi e menzogne anche con loro referenti esterni».
Autori vari ESECUZIONE CAPITALE Edgardo Sogno, le Br e il delitto Moro 978-88-7953-344-7 − pagg. 338− € 20,00
Il 23 marzo 1971, a Milano, Edgardo Sogno (durante la Resistenza fiduciario dei Servizi alleati e capo della organizzazione Franchi) sottoscrive, insieme a una ventina di ufficiali dell’esercito, un giuramento anticomunista comprensivo di impegno omicidiario: «Mi impegno [a compiere], nei modi e tempi che mi verranno indicati, l’esecuzione capitale degli esponenti politici di partiti democratici responsabili di collaborazionismo coi nemici della democrazia e di tradimento verso le libere istituzioni». In pratica, l’impegno a uccidere i leader della Democrazia cristiana che avessero stretto intese governative col Partito comunista italiano. Nella primavera del 1970 Sogno ha organizzato, con l’aiuto degli ex comunisti Roberto Dotti e Luigi Cavallo, i “Comitati di resistenza democratica” per combattere l’avanzata elettorale del Partito comunista. Proprio mentre si sono costituite le prime Brigate rosse di Renato Curcio, Alberto Franceschini e Mara Cagol. E la triade anticomunista Sogno-Dotti-Cavallo incrocia, a colpi di coincidenze, la biografia del futuro capo brigatista Mario Moretti (il più sfuggente terrorista dell’intera storia della lotta armata), originando l’humus politico-terroristico del delitto Moro.
«Quando la storia d’Italia del secolo appena concluso sarà riscritta al di fuori della contingenza politica, mi sarà riconosciuto il merito di aver contribuito alla lotta per sottrarre lo Stato alla morsa mortale del clerico-marxismo» [Edgardo Sogno, Testamento di un anticomunista, 2000]
Giorgio Galli L’ANTICAPITALISMO IMPERFETTO 978-88-7953-342-3 − pagg. 202− € 17,00
Questo libro tratta della critica al capitalismo, a livello sistemico e nell’ambito italiano, dei suoi risultati e dei suoi limiti. Questi ultimi motivano il titolo di “anticapitalismo imperfetto”, che richiama anche il titolo del mio fortunato libro del 1966 [Il bipartitismo imperfetto, dove] precisavo: «La critica più sistematica e più seria alla democrazia parlamentare, che è una democrazia rappresentativa e che può anche essere definita “borghese” per le sue origini e per il tipo di società nella quale si è sviluppata, è quella formulata dal pensiero marxista. Questa critica si sostanzia nell’asserzione che il carattere di classe della società capitalistica, il fatto che i mezzi di produzione e di scambio siano di proprietà, o gestiti o controllati solo da un gruppo sociale determinato, e non dall’intera collettività, colloca tutti gli altri gruppi in una posizione di inferiorità. L’eguaglianza giuridica non corrisponde a una situazione di pariteticità in fatto di potere decisionale. Questo giudizio, nelle sue linee fondamentali, rimane esatto». Ma, a metà dello scorso secolo, il “marxismo” non consisteva solo in quell’asserzione, relativa alla società capitalistica. Si dicevano ispirate e orientate dal pensiero marxista altre società, come l’Urss e la Cina, che sostenevano di aver superato la fase capitalistica e di essere alle prese con la costruzione del socialismo, in vista del comunismo, mentre personalità e correnti di pensiero che pure si richiamavano al “marxismo” negavano quest’altra asserzione. A mezzo secolo di distanza, la situazione socio-culturale è completamente diversa. La Russia ha accantonato il marxismo. Vi rimane fedele il partito comunista cinese (col semi-satellite nord-coreano), che definisce il “continental State” imperiale di cui è al governo un «capitalismo armonioso», preludio del socialismo. […] Il fatto è che, in sole due generazioni, il pensiero marxista, dominante in un terzo del pianeta e impegnato a costruire il socialismo, si è ridotto, salvo che in Cina, a essere appannaggio di piccolissimi gruppi politici e di pochi singoli studiosi, confermato come analisi economica del capitalismo, ma privo di conseguenze appunto politiche nel mondo globalizzato delle multinazionali…
JIM MORRISON. THE END 978-88-7953-340-9 − pagg. 226 − € 18,00
L’ultimo “viaggio” nella tormentata intimità di Jim Morrison (1943-1971): giovane ribelle, trasgressivo e sovversivo nell’America dei secondi anni Sessanta, personaggio oltraggioso della ribalta rock come sex symbol nella leggendaria rockband The Doors. La tumultuosa dimensione erotica di Re Lucertola, ricostruita da Philip Avon in Jim Morrison proibito sulla base di quanto appurato dai maggiori biografi morrisoniani (Jerry Hopkins, Danny Sugerman, Stephen Davis, Frank Lisciandro e altri).
«Il sesso può essere liberatorio, ma può anche essere una trappola. Tutto dipende da quanto ascoltiamo il nostro corpo, le nostre sensazioni… La sessualità è piena di menzogne. Il corpo tenta di dire la verità, ma di solito è troppo frustrato e annichilito dalle regole per essere ascoltato… William Blake sosteneva che il corpo è la prigione dell’anima finché i cinque sensi non sono pienamente sviluppati, lui considerava i sensi “le finestre dell’anima”. Quando il sesso coinvolge tutti i sensi, può diventare un’esperienza mistica».
Con interviste rare, ricordi psichedelici, testimonianze doorsiane, saggi in libertà (“Le Porte della percezione”, “Rimbaud e Morrison, poeti ribelli”, “Lo Stregone e il peyote”), e con brani di William S. Burroughs, Aldous Huxley, Friedrich Nietzsche, William Blake, John Rechy e Carlos Castaneda.
Quella di Roberto Formigoni è la parabola di un politicante ultracattolico bulimico di potere temporale. È la vicenda di un democristiano fattosi berlusconiano e filo-leghista perché il fine giustifica i mezzi. È il ritratto di un cattolico-integralista all’italiana, devoto alla Vergine ma soprattutto al dio denaro.
Presidente della Regione Lombardia per ben 18 anni col celestiale soprannome di Celeste, Formigoni ha governato come un monarca, grazie a un sistema di potere formato dal partito-azienda berlusconiano, dalla Lega nord, e soprattutto dalla lobby clerico-affaristica di Comunione e liberazione-Compagnia delle opere, in un rosario di scandali e corruttele.
Le maggiori ruberie si sono concentrate nel ricco settore della Sanità, dove lo stesso presidente Formigoni è stato corrotto per anni da mazzette milionarie, pagate dall’ospedale San Raffaele e dalla Fondazione Maugeri agli affaristi formigoniani Pierangelo Daccò e Antonio Simone (entrambi di Comunione e liberazione) tramite una rete di società estere. Come ha ricostruito la magistratura nella sentenza riportata in questo libro, il presidente Formigoni beneficiò di corruttele per oltre 6 milioni di euro fra viaggi, yacht di lusso, ville, finanziamenti elettorali, e un fiume di denaro contante. Un funzionario della Banca Popolare di Sondrio «ha spiegato che tra il 2003 e il 2005 Formigoni, dopo averlo convocato presso il suo ufficio in Regione Lombardia, ebbe a consegnargli somme di denaro contante per eseguire bonifici… chiedendogli espressamente se fosse possibile eseguire tali bonifici senza far transitare sui suoi conti le somme di contante».
Carlo Falconi IL SILENZIO DI PIO XII ISBN 88-7953-158-1 − pagg. 514 − € 22,00
In questo celebre saggio il vaticanista Carlo Falconi affronta anzitutto il problema morale dei rapporti fra il Vaticano di Pio XII e il nazifascismo, anche alla luce dei postulati del pensiero teologico cattolico. Quindi, sulla base di una ricca documentazione reperita negli archivi di Varsavia e Zagabria, Falconi analizza il divenire dell’attività politico-diplomatica della Santa sede di papa Pacelli con la Polonia occupata dai nazisti e con lo Stato indipendente di Croazia del nazifascista Ante Pavelic.
«Il fatto che Pio XII tacque non per paura ma per rispettabili, anche se non sufficienti, motivi, è tale da evitare un giudizio infamante nei suoi riguardi, anche se naturalmente non lo libera da una incontestabile responsabilità».
Carlo Falconi (1915-1998), ordinato sacerdote nel 1938, lasciò la Chiesa nel 1949, e si dedicò a un’intensa attività saggistica e giornalistica di studioso del cattolicesimo. Tra le sue opere più note: Gli spretati, o del diritto all’apostasia (del 1958, ripubblicato dalla Kaos edizioni nel 2003).
Lorenzo Ruggiero [a cura di] LE VERITÀ DICIBILI ISBN 978-88-7953-339-3 − pagg. 320 − € 20,00
I brani salienti delle tre relazioni annuali della II Commissione parlamentare di inchiesta sul delitto Moro (2015-2017). Pagine perlopiù ignorate o censurate col silenzio dai media nazionali, le quali confermano che il sequestro del presidente della Dc è rimasto un delitto senza verità: dall’inizio (la strage di via Fani), alla fine (l’uccisione di Moro).
«Con nuovi elementi e precisi dati di fatto, la Il Commissione parlamentare ha confutato la “verità ufficiale” sul delitto Moro (versione dei fatti basata in sostanza sul memoriale dell’ex terrorista Valerio Morucci), a partire dalla fuga del terroristi da via Fanl subito dopo la strage, il 16 marzo 1978. Secondo la versione ufficiale, l terroristi in fuga a bordo di 3 macchine abbandonarono le auto In via Licinio Calvo la stessa mattina del16 marzo. Invece le auto furono parcheggiate In quella via in tre tempi diversi (il 16, il 17 e il 19 marzo). Una tempistica resa possibile dal fatto – accertato dalla II Commissione – che subito dopo la strage i terroristi avevano occultato 2 delle 3 auto, e probabilmente lo stesso ostaggio, nel garage di un vicino edificio dello Ior vaticano di via Massimi 91» [Giorgio Galli].
I nuovi accertamenti di una seconda Commissione parlamentare la quale, nel denunciare come il memoriale Morucci abbia segnato «i confini della “verità dicibile” del caso Moro, si è limitata ad allargare tali confini. A conferma del fatto che la verità sul delitto Moro rimane indicibile.
LED ZEPPELIN GRAFFITI 978-88-7953-338-6 − pagg. 208 − € 18,00
Per conoscere, ricordare e celebrare la più grande rock-band di tutti i tempi: Jimmy Page (chitarra), Robert Plant (voce e armonica), John Bonzo Bonham (percussioni) e John Paul Jones (basso e tastiere). L’epopea del Dirigibile, nella ricostruzione storica Led Zeppelin proibiti di Alex Romeo: dalla prima tournée negli Stati Uniti, al successo planetario, fino alla morte di John Bonham (25 settembre 1980, che segnò la fine della band), con gli aspetti più scabrosi della “leggenda nera” zeppeliniana. Cronache in volo: dalla testimonianza del road manager Richard Cole, ai ricordi delle groupies di Los Angeles… E ancora: lo scrittore della beat generation William Burroughs intervista Jimmy Page (giugno 1975). Cronache giornalistiche: dal gemito primordiale di Robert Plant, al terremoto percussivo di John Bonzo Bonham. In appendice, note sulle due principali fonti ispirative degli Zeppelin: un breve profilo del bluesman maledetto Robert Johnson (idolo di Plant), e una dettagliata cronologia biografica del mago-occultista britannico Aleister Crowley (spirito guida di Page).
JEFF BUCKLEY. ALLELUIA 978-88-7953-337-9 − pagg. 196 − € 17,00
Cronologia e frammenti biografici, idee artistiche e parole in libertà, cronache e interviste: tutto sul leggendario cantautore-chitarrista americano Jeff Buckley (1966-1997).
«Per quanto riguarda la musica, molta gente che conosco e a cui voglio bene, che mi dà così tanto, non mi conosce. Io voglio fare qualcosa di nuovo. Nel 1984 seguivo Miles Davis: lui capiva quando i suoi estimatori dicevano di omaggiarlo mentre lo stavano solo copiando. L’unico modo di rendere omaggio a qualcuno è aggiungere qualcosa di nuovo a quanto ha già fatto. Io voglio lavorare così duro da farmi esplodere tutto all’esterno, come in una reazione chimica. In modo che resti solo quello che sono davvero… Che gioia, quando ci riesci. Pensa ai Beatles: erano dei geni. La musica funziona tra le persone come una lingua dei segni, così quando un tizio iraniano e un americano ascoltano i Beatles, fanno “Wow!”, e non pensano più a uccidersi a vicenda. Nella musica c’è qualcosa che arriva al cavernicolo che c’è in noi, molto più che nei discorsi o nella pittura. Io voglio solo ottenere la mia vibrazione. Voglio andare da un’altra parte. Ci sono vari modi di dire “Ti amo”, altri modi di dire “Dove diavolo c’è un posto adatto a me?”, altri modi di dire “Perché nessuno mi ama?”, “Quand’è che qualcuno mi bacerà?”, “Sono stufo di aspettare di essere capito”. E non parlo di qualcosa di fintamente artistico o di superiore, ma solo di qualcosa di diverso, cazzo! Voglio lasciarmi per un po’ questo mondo alle spalle, così magari riuscirò a vedere che è più grande di quanto mi sembra, senza lasciarlo del tutto».
CLASH. Combat Rock ISBN 978-88-7953-335-5 190 pagine – € 17,00
L’epopea del “rock combattente” dei Clash di Joe Strummer (voce e chitarra), Mick Jones (chitarra), Paul Simonon (basso) e Topper Headon (batteria). Il punk-rock-reggae di fine anni Settanta-primi anni Ottanta, nei dischi-manifesto The Clash (1977), London Calling (1979), Sandinista! (1980) e Combat Rock (1982).
Joe Strummer: «Con i Clash è stato come scendere all’inferno e ritornare – non si può neanche immaginare quanto ci è costato fare i dischi che abbiamo fatto… Però quando incontri gente che ti dice quale effetto hai avuto sulla loro vita, allora capisci che ne è valsa la pena». Paul Simonon: «Ammiro molto Pete Townshend. E credo che la gente non si renda conto di quanto sia stata forte la sua influenza sui Clash». Topper Headon: «Il mio più grande rimpianto non sono i soldi che ho dilapidato per la droga, ma la batteria… Ero uno dei migliori, ma con la droga ho rovinato tutto». Mick Jones: «Se non fossi stato nei Clash avrei voluto avere tutti i loro dischi. I Clash sono tutto per me, non ho nient’altro… Ho l’impressione di aver dato per loro tutto quello che avevo, e di aver perso tutto. Questo è il mio problema». Paul Simonon: «Sono passati tanti anni, ma molta gente continua a non capire che l’unico senso del punk era il cambiamento, e che c’era una sola regola: niente regole». Joe Strummer: «Quando ha cominciato a essere di moda qualunque cosa urlata, allora io ho smesso di urlare… Quando sei molto giovane e idealista non realizzi che esistono varie possibilità di manifestarti: puoi volteggiare come una farfalla, oppure pungere come un’ape».
Sergio Flamigni RAPPORTO SUL CASO MORO ISBN 978-88-7953-336-2 252 pagine – € 18,00
Prima parte. Il contributo di Sergio Flamigni ai lavori della II Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro (relazione, audizione, e risposte ai quesiti di alcuni commissari), contributo basato su un lavoro di ricerca e approfondimento durato quarant’anni. Seconda parte. Flamigni ricostruisce la presenza e l’operato di Steve Pieczenik, l’esperto americano mandato dal Dipartimento di stato Usa a fiancheggiare il ministro dell’Interno Francesco Cossiga alle prese con l’emergenza del sequestro Moro. La presenza a Roma di Pieczenik fu una operazione di guerra psicologica, di matrice atlantica, con tre obiettivi: garantire l’uccisione dell’ostaggio; recuperare le registrazioni degli interrogatori e gli scritti morotei; ottenere il silenzio dei terroristi. A conferma dei tratti golpistici della strage di via Fani e del movente politico anticomunista del delitto Moro. Terza parte. Flamigni raccoglie il testo della requisitoria firmata l’11 novembre 2014 dal procuratore generale della Corte d’appello di Roma Luigi Ciampoli. Un documento giudiziario che nega alla radice la “verità di Stato” sulla strage di via Fani basata sulle menzogne raccontate dai terroristi, e che chiede di procedere nei riguardi di Steve Pieczenik per il reato di concorso nell’uccisione di Aldo Moro.
DAVID JONES BOWIE ISBN 978-88-7953-334-8 200 pagine – € 17,00
Cronologia biografico-artistica, rassegna di dichiarazioni dal 1970 al Duemila, raccolta di interviste, conversazioni con William Burroughs e col pittore Balthus, tossicodipendenze e libertinaggio: tutto David Bowie, pubblico e privato.
«Devo ammettere che in un passaggio di Space Oddity mi sono ispirato ai Beatles. Mi piaceva veramente il modo in cui Lennon, nella composizione dei testi, giocava con le parole. Non c’è mai stato nessuno bravo come lui nei giochi di parole.» [1973] «Continuo a accarezzare l’idea che quando sarò vecchio me ne andrò nel lontano Oriente a fumare oppio vivendo in una specie di euforica estasi nebulosa.» [1980] «Riascoltare l’album Low mi fa sudare freddo per i ricordi spiacevoli – riporta tutto a galla, all’istante… È un album grandioso, e quando lo riascolto sento ancora tremori e sudore.» [1989] «La mia bisessualità è stata solo una fase. Stavo provando tutto, avevo fame di sperimentare tutto quello che la vita aveva da offrirmi, dall’oppio a qualunque altra cosa. E credo di avere provato tutto, tranne le cose davvero pericolose. Ho provato quasi tutto quello che la cultura occidentale può offrire.» [1996] «Quante droghe ho assunto in vita mia? Oh, cinque o sei… Ho preso veramente di tutto, fino ai sedativi per elefanti. Ma questa delle droghe una faccenda così trita e ritrita che non mi va neanche più di parlarne.» [1999] «La musica mi ha regalato più di quarant’anni di esperienze eccezionali. Non posso dire che abbia attenuato i dolori e le tragedie della vita, ma mi ha permesso di trascorrere molti momenti in compagnia quando mi sentivo solo, ed è stato per me un sublime mezzo di comunicazione quando volevo entrare in contatto con gli altri. È la porta che dà sulla mia percezione e la casa in cui vivo.» [2004]
Giovanni Castiglioni (a cura di) IL DUCETTO DELLA PADANIA ISBN 978-88-7953-333-1 224 pagine – € 18,00
Introdotto da un’intervista col politologo Giorgio Galli sulla storia della Lega nord («Il leghismo da Bossi a Salvini»), e dal pamphlet biografico Matteo Salvini sottovuoto spinto di Michele De Lucia, questo libro raccoglie una antologia delle dichiarazioni pubbliche del capo leghista durante l’ultimo decennio («La sua battaglia»). Le sparate salviniane sono un’incredibile rassegna di propaganda reazionaria e di concetti fascistoidi, qualcosa di inaudito. Dall’originaria Padania federalista e secessionista, al “partito personale” nazionale e nazionalista; dall’originario livore antimeridionale, all’odierna xenofobia; dalla caccia ai rom, alle ronde anti-immigrati; dalla legittima difesa da Far West, alla castrazione chimica per gli stupratori (meglio se stranieri); dall’apologia dell’evasione fiscale, alla riapertura dei postriboli; dall’integralismo religioso con invocazione della Madonna, alla crociata contro la religione musulmana; dall’anticomunismo senza comunisti, all’intesa con l’ultradestra neofascista; denunce e invettive contro i reati degli ultimi, e la più silente indulgenza verso la criminalità finanziaria dei colletti bianchi… «Le parole del capo leghista Matteo Salvini sono una drammatica testimonianza della condizione di una parte importante (elettoralmente maggioritaria) dell’Italia odierna, che quelle parole apprezza e condivide. E che quel genere di politici esprime» [G.C.]
William Mandel JACKO. Splendori e miserie di Michael Jackson ISBN 978-88-7953-332-4 234 pagine – € 18,00
Quella del divo pop contemporaneo Michael Ja-ckson (1958-2009) è una biografia di splendori e miserie che, non a caso, evoca per molti aspetti quel-la del re del rock’n’roll Elvis Presley (con un’ulteriore coincidenza: Michael il 26 maggio 1994 sposò Lisa Marie Presley, figlia di Elvis).
Questo libro biografico racconta Jacko: dal precoce esordio con i Jackson 5 negli anni Sessanta, ai primi album Got to be There (1972), Music & Me (1973), Forever, Michael (1975), fino al trionfo mondiale di Thriller (1982), l’album più venduto e il video-clip più celebre della storia del pop. Dalla misteriosa dimensione di popstar dall’esistenza tormentata e dalla vita privata scandalosa (comprensiva di figli concepiti mediante surrogazione di maternità), alla improvvisa morte nel giugno 2009, poco prima di un clamoroso ritorno sulle scene.
Date, incisioni, canzoni, concerti, dichiarazioni, polemiche, accuse, eccessi, scandali: tutto Michael Jackson senza censure. Con una antologia delle sue principali interviste (compresa la più famosa: quella televisiva con Oprah Winfrey del febbraio 1993), il racconto del documentario-shock Leaving Neverland, e la celebrazione di Thriller.
Sergio Flamigni DELITTO MORO: LA GRANDE MENZOGNA ISBN 978-88-7953-330-0 430 pagine – € 23,00
La grande menzogna di Stato sul delitto Moro, confezionata alla fine degli anni Ottanta dal brigatista dissociato Valerio Morucci (con la collaborazione del Sisde e della Dc cossighiana), trovò il definitivo avallo nel 1994 con la pubblicazione del libro-intervista dell’ex capo terrorista Mario Moretti Brigate rosse. Una storia italiana, curato dalle giornaliste Carla Mosca e Rossana Rossanda. Una operazione politico-editoriale, quella del libro-intervista, concepita anche per dipingere Moretti come intrepido rivoluzionario dell’ultrasinistra, collocando le sue sanguinarie Br in un ipotetico “album di famiglia” del comunismo italiano. In questo libro Sergio Flamigni ricostruisce come il quotidiano “il manifesto” (cofondato e codiretto da Rossana Rossanda) raccontò le «cosiddette Brigate rosse», definite “brigate nere” eterodirette, e la lotta armata fino al delitto Moro. Quindi trascrive e commenta le registrazioni foniche (quelle parziali sequestrate dalla magistratura) dei colloqui di Moretti con Mosca e Rossanda nel carcere di Opera del luglio-agosto 1993. E infine riepiloga il vero “album di famiglia” delle Br: una sarabanda di spioni, infiltrati, delatori, provocatori, pentiti e ambiguità di ogni genere. Come tutti i precedenti lavori di Flamigni sul tema, anche questo libro ha la sola finalità di dimostrare che la versione morucciana-morettiana del sequestro Moro è una colossale menzogna di Stato (infatti assurdamente avallata da certa magistratura). Così come è una grande mistificazione la pretesa “limpidezza rivoluzionaria e comunista” delle Br e di torbidissimi terroristi come Mario Moretti e Giovanni Senzani.
A pag. 324 di Delitto Moro: la grande menzogna una erronea sintesi redazionale, in fase di revisione del testo, ha determinato la frase: «Il colonnello del carabinieri Antonio Cornacchia, affiliato alla P2 come i generali Romolo e Carlo Alberto Dalla Chiesa e Giovanbattista Palumbo». Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva inoltrato il modulo di iscrizione alla Loggia segreta nell’ottobre 1976 (come confermerà di persona alla Commissione parlamentare d’inchiesta P2 il 22 luglio 1982, a suo dire per ragioni di servizio), ma non era seguita la cerimonia di affiliazione. Circostanza del resto già riportata da Sergio Flamigni, negli esatti termini, in alcune sue precedenti pubblicazioni (Dossier P2, Trame atlantiche, Le Idi di marzo, La Sfinge delle Br). Nello scusarci per l’imprecisione redazionale, alla prima ristampa o nuova edizione provvederemo alla necessaria rettifica. KAOS EDIZIONI
Sotto: la richiesta di affiliazione alla P2 compilata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nell’ottobre 1976.
Questa nuova edizione di Abba story racconta come in Svezia, nel corso degli anni Settanta, i due giovani musicisti Benny Andersson e Björn Ulvaeus, e le due giovani cantanti Anni-Frid Lyngstad e Agnetha Fältskog, diedero vita al quartetto pop nordeuropeo più famoso del mondo: gli Abba. A partire dal 1974, con l’album Waterloo, e fino al 1981, con l’album The Visitors, gli Abba hanno scritto e interpretato canzoni che sono entrate di diritto nella storia del pop: da Waterloo a Honey Honey; da Mamma mia a I Do, I Do, I Do, I Do, I Do; da Dancing Queen a Fernando; da Money, Money, Money a Gimme! Gimme! Gimme!; da Super Trouper a The Winner Takes It All. Questo libro ricostruisce l’epopea degli Abba, e le successive carriere soliste del quartetto svedese, anche attraverso le cronache giornalistiche. E racconta di una popolarità senza tempo, confermata negli anni Duemila dal successo mondiale del musical (2000) e del film (2008) Mamma mia!
Tommy Brook [a cura di] AXL + SLASH = GUNS N’ROSES 978-88-7953-326-3 − pagg. 240 − € 17,00
Fra hard rock e ribellismi, tossicodipendenze e sesso libero, disturbi maniaco-depressivi e pornostar, eccessi alcolici e risse, provocazioni e trasgressioni, le pagine biografiche essenziali delle due anime creative dei Guns n’Roses: l’istrionico frontman-vocalist Axl W. Rose, e lo straordinario chitarrista Slash Hudson (ritratti da Patrick Gilman in Axl + Slash proibiti). Con una raccolta delle principali interviste di Axl e Slash pubblicate dalla stampa musicale da metà anni Ottanta alla metà dei Novanta. Queste pagine ripercorrono anche tutta l’epopea dei Guns n’Roses (rockband formata inoltre da Izzy Stradlin, Duff McKagan e Steven Adler): dai marciapiedi di Los Angeles, al successo mondiale di Appetite for Destruction (1987); dai fasti logoranti del rockshow, all’apoteosi Use Your Illusion I e II (1991); dai contrasti all’interno della rockband, all’uscita di Slash, ai travagli dei “nuovi Guns n’Roses” dell’egocentrico dittatore Axl, fino al canto del cigno di Chinese Democracy (2008).
Sergio Flamigni IL QUARTO UOMO DEL DELITTO MORO 978-88-7953-321-8 − pagg. 350 − € 20,00
Nell’estate del 1993 l’ex capo brigatista Mario Moretti, nel ruolo di interessato delatore, permette alla Digos di individuare in Germano Maccari il terrorista che, con lo pseudonimo di “Luigi Altobelli”, sarebbe stato il quarto carceriere di Aldo Moro nel fantomatico covo-prigione di via Montalcini 8 durante i 55 giorni del sequestro. Inoltre, a detta del trio Moretti-Adriana Faranda-Valerio Morucci, Maccari avrebbe collaborato all’uccisione del prigioniero, e avrebbe poi partecipato al grottesco trasporto del cadavere di Moro da via Montalcini fino in via Caetani la mattina del 9 maggio 1978.
La vicenda che ha avuto come protagonista Germano Maccari – qui ricostruita anche attraverso la documentazione giudiziaria e gli interrogatori – è un compendio delle ambiguità, delle menzogne, delle omertà, del criminale cinismo e delle “verità indicibili” che hanno caratterizzato le sanguinarie Br morettiane e che hanno scandito la strage di via Fani e il delitto Moro. Ed è una vicenda che conferma vieppiù inverosimile la versione brigatista (assurdamente avallata dalla magistratura) sulla prigionia e l’uccisione del presidente della Dc. Versione peraltro smentita anche dalle risultanze della II Commissione parlamentare Moro.
SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro, sulla P2 e Antimafia. Ha scritto: La tela del ragno (1988 e 2003), Trame atlantiche. Storia della Loggia P2 (1996); «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); I fantasmi del passato (2001); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016).
Apprendista giornalista pupillo del ministro democristiano Lorenzo Natali, nel 1968 partecipò a un concorso per telecronisti Rai e si classificò primo. Bruno Vespa cominciò così la sua carrierona all’ombra del potere, raccontata in questo libro con divertita rassegnazione: seguirono 25 anni da speaker della Prima repubblica democristiana, culminati nella direzione del “Tg1” per conto della Dc.
Fuoriclasse del giornalismo concepito come vassallaggio del potere, professionista della informazione posta al servizio dei potenti, campione di silenzi e omissioni censorie, l’ex democristiano Vespa nel 1994 si è subito convertito alla Seconda repubblica, sedotto dalla dimensione politico-affaristica del nuovo potere berlusconiano. Ne ha avuto in cambio la preminenza su Raiuno con la trasmissione “Porta a porta” (un telesalotto del potere), più un business editoriale annuo con la casa editrice del padrone di Forza Italia (15 libri di propaganda berlusconiana, per quasi 2 milioni di copie vendute) che lo ha reso miliardario.
Gli autori ricorrono allo pseudonimo LUCIO GIUNIO BRUTO, il politico romano (sec. VI a.C.) che cacciò da Roma il sovrano Tarquinio il superbo.