L’anticapitalismo imperfetto


Giorgio Galli
L’ANTICAPITALISMO IMPERFETTO
978-88-7953-342-3 − pagg. 202− € 17,00


Questo libro tratta della critica al capitalismo, a livello sistemico e nell’ambito italiano, dei suoi risultati e dei suoi limiti. Questi ultimi motivano il titolo di “anticapitalismo imperfetto”, che richiama anche il titolo del mio fortunato libro del 1966 [Il bipartitismo imperfetto, dove] precisavo: «La critica più sistematica e più seria alla democrazia parlamentare, che è una democrazia rappresentativa e che può anche essere definita “borghese” per le sue origini e per il tipo di società nella quale si è sviluppata, è quella formulata dal pensiero marxista. Questa critica si sostanzia nell’asserzione che il carattere di classe della società capitalistica, il fatto che i mezzi di produzione e di scambio siano di proprietà, o gestiti o controllati solo da un gruppo sociale determinato, e non dall’intera collettività, colloca tutti gli altri gruppi in una posizione di inferiorità. L’eguaglianza giuridica non corrisponde a una situazione di pariteticità in fatto di potere decisionale. Questo giudizio, nelle sue linee fondamentali, rimane esatto».
Ma, a metà dello scorso secolo, il “marxismo” non consisteva solo in quell’asserzione, relativa alla società capitalistica. Si dicevano ispirate e orientate dal pensiero marxista altre società, come l’Urss e la Cina, che sostenevano di aver superato la fase capitalistica e di essere alle prese con la costruzione del socialismo, in vista del comunismo, mentre personalità e correnti di pensiero che pure si richiamavano al “marxismo” negavano quest’altra asserzione. A mezzo secolo di distanza, la situazione socio-culturale è completamente diversa. La Russia ha accantonato il marxismo. Vi rimane fedele il partito comunista cinese (col semi-satellite nord-coreano), che definisce il “continental State” imperiale di cui è al governo un «capitalismo armonioso», preludio del socialismo. […]
Il fatto è che, in sole due generazioni, il pensiero marxista, dominante in un terzo del pianeta e impegnato a costruire il socialismo, si è ridotto, salvo che in Cina, a essere appannaggio di piccolissimi gruppi politici e di pochi singoli studiosi, confermato come analisi economica del capitalismo, ma privo di conseguenze appunto politiche nel mondo globalizzato delle multinazionali…

Giorgio Galli

GIORGIO GALLI (Milano 1928), storico e politologo, è autore di numerosi saggi. Tra le sue ultime pubblicazioni con Kaos edizioni: Pasolini comunista dissidente (2010), Il golpe invisibile (2015), Hitler e il nazismo magico (2017). Ha curato la prima edizione critica del Mein Kampf di Adolf Hitler (Kaos edizioni 2002).

In difesa del comunismo

 

 


Giorgio Galli
IN DIFESA DEL COMUNISMO
ISBN 978-88-7953-324-9 − pagg. 166 − € 16,00


«Per quanti elementi di realtà possano contenere, le tesi “anticomuniste” di François Furet e Ernst Nolte forniscono una visione deformata di quanto è accaduto nel XX secolo. Esso non è stato il secolo che ha avuto per protagonista il comunismo e il suo progetto di guerra civile mondiale: lo è potuto sembrare, dopo il 1945. Non è stato neppure il secolo dominato dalla contrapposizione tra fascismo e comunismo, anche se lo è potuto sembrare fino alla seconda guerra mondiale… Questa difesa del comunismo non ha il solo significato di proporre una più corretta interpretazione storiografica, ma anche quello di guardare non solo il passato bensì anche il futuro… Attraverso la condanna di una “grande illusione”, quale certamente è stato il comunismo, si vorrebbe cancellare l’aspirazione millenaria a una società più libera, più egualitaria e più felice. E questa “difesa del comunismo” è anche la difesa di tale prospettiva».
In appendice, il testo integrale del Manifesto del partito comunista di Karl Marx e F. Engels.

 

Leggi la Premessa alla seconda edizione

Il libro segreto di Adolf Hitler


A cura di Giorgio Galli
IL LIBRO SEGRETO DI ADOLF HITLER
978-88-7953-304-1 − pagg. 294 − € 20,00


«Mentre Mein Kampf fu revisionato per la pubblicazione, questo libro non venne mai ritoccato. Riflette il vero Hitler, ed è perciò ancora più importante per lo studio del nazismo»

GERHARD L. WEINBERG


«Questo testo, scomparso per molto tempo, è il secondo libro hitleriano, oppure il terzo se si considerano singolarmente i due volumi del Mein Kampf. È accertato che Hitler dettò almeno una parte di quest’opera nel maggio del 1928, e un’altra parte è identica a un discorso pronunciato dal futuro Führer a Berlino il 13 luglio 1928.
Hitler dettò questo testo direttamente all’editore Max Amann, e ne vennero fatte due copie, delle quali solo una è stata ritrovata. Hitler impartì l’ordine tassativo che quest’opera fosse mantenuta segreta, e nel 1935 il manoscritto fu collocato in un rifugio antiaereo. Nel 1945 il documento venne sequestrato da un ufficiale americano… Nel 1958 Gerhard L. Weinberg rintracciò il testo hitleriano presso l’United States Records Center di Alexandria, in Virginia (Usa).
Queste pagine non sono solo una ripetizione di quanto scritto nel Mein Kampf, e il loro valore di documento storico è anche nelle argomentazioni, nei dettagli e nelle sfumature. Di particolare interesse sono le dissertazioni hitleriane sulla Russia, sugli Stati Uniti e sull’esercito tedesco… È fatale che le parti più interessanti del libro “segreto” trattino di questi tre argomenti, poiché la Wehrmacht, la Russia e gli Stati Uniti d’America saranno alla base dei più gravi errori del Führer, errori fatali per le fortune del Terzo Reich».

TELFORD TAYLOR


Leggi la

Nota editoriale


Hitler e il nazismo magico

 


Giorgio Galli
HITLER E IL NAZISMO MAGICO
978-88-7953-302-7 − pagg. 446 − € 25,00


Nella storia del nazismo oggi complessivamente nota sono rimasti alcuni aspetti oscuri che gli stessi storici definiscono “enigmi”. Perché Hitler attaccò la Polonia, convinto che l’Inghilterra non sarebbe intervenuta? Perché Rudolf Hess si recò in Inghilterra alla vigilia dell’attacco all’Urss? E perché quella aggressione, quando lo stesso Hitler aveva sempre escluso, dal Mein Kampf in poi, il doppio impegno in una guerra su due fronti (già costata alla Germania la sconfitta nel primo conflitto mondiale)? Le risposte a questi enigmi possono essere trovate nella occulta philosophia che caratterizzò la formazione culturale del Führer e di una parte dell’élite nazista – formazione esoterica descritta e spiegata in queste pagine.
La seconda parte di questo saggio comprende una traccia di storia della cultura esoterica, e due argomentate prospettazioni. La prima, che l’avvento di Hitler alla Cancelleria del Reich sia stato un approdo atteso dai circoli esoterici dell’intera Europa. La seconda, che quei tedeschi permeati di occulta philosophia i quali avevano contribuito all’avvento di Hitler, originarono poi, con la preparazione e lo scoppio del conflitto 1939-1945, un “partito esoterico della pace”, convergente con quello inglese (definito dalla storiografia britannica non conformista “partito aristocratico della pace”).

GIORGIO GALLI (Milano 1928), politologo e saggista, con la Kaos edizioni ha pubblicato: Affari di Stato (1991); Storia del Pci (1993); Il partito armato (1993); Cromwell e Afrodite (1995); In difesa del comunismo nella storia del XX Secolo (1998); Passato prossimo (2000); L’impero americano e la crisi della democrazia (2002); Il prezzo della democrazia (2003); Appunti sulla New Age (2003); Non credo (2006); Storia della Dc (2007); Mussolini: il destino a Milano (2008); Pasolini comunista dissidente (2010); Il golpe invisibile (2015).

Il golpe invisibile

 

 


Giorgio Galli
IL GOLPE INVISIBILE
978-88-7953-272-3 − pagg. 256 − € 18,00


 

Come la borghesia finanziario-speculativa e i ceti burocratico-parassitari hanno saccheggiato l’Italia repubblicana fino a vanificare lo stato di diritto.

 

Nell’Italia odierna i ceti speculativi e parassitari hanno svuotato i partiti politici, impoverito la classe lavoratrice e logorato quella imprenditoriale, fino a ridurre la democrazia a un simulacro… Il golpe invisibile ha fatto dell’Italia un paese dominato dalla speculazione finanziaria, dalla burocrazia parassitaria, dalle mafie affaristiche e dall’illegalità di massa. Un paese dove il governo non governa, la disoccupazione dilaga, l’imprenditoria è vessata, la magistratura è semiparalizzata, e dove invece della cultura civica impera il familismo amorale.

Il “golpe invisibile” qui ricostruito dal politologo Giorgio Galli ha preso le mosse negli anni Settanta del secolo scorso, si è rafforzato negli anni Ottanta del craxismo, e ha avuto pieno compimento durante il quasi ventennio berlusconiano. È stato attuato dalla borghesia finanziario-speculativa e dai ceti burocratico-parassitari i quali, assunto il pieno controllo delle forze politiche e preso il potere in forma egemonica, hanno potuto saccheggiare l’Italia repubblicana facendo “carta straccia” di molte pagine della Costituzione.
Il “golpe invisibile” dei ceti speculativi e parassitari ha generato un debito pubblico astronomico (decenni di evasione fiscale, di ruberie, corruttele e malversazioni), ha vanificato lo stato di diritto e il controllo di legalità della magistratura, ha consolidato il potere della criminalità organizzata (mafie che sono parte integrante dei ceti speculativi e parassitari), e ha alterato l’economia di mercato riducendo in povertà milioni di imprenditori e lavoratori. Soprattutto, il “golpe invisibile” ha impedito che la società italiana superasse il congenito familismo amorale e si dotasse di una cultura civica.

GIORGIO GALLI (Milano, 1928), politologo e saggista, con Kaos edizioni ha pubblicato: Affari di Stato (1991); Storia del Pci (1993); Il partito armato (1993); Cromwell e Afrodite (1995); In difesa del comunismo nella storia del XX Secolo (1998); Passato prossimo (2000); L’impero americano e la crisi della democrazia (2002); Il prezzo della democrazia (2003); Appunti sulla New Age (2003); Non credo (2006); Storia della Dc (2007); Mussolini: il destino a Milano (2008); Pasolini comunista dissidente (2010).

Non credo

 

 


Giorgio Galli
NON CREDO
88-7953-167-0 − pagg. 158 − € 14,00


 

La Chiesa cattolica, mediante il Catechismo, pretende di insegnare la verità e di combattere il relativismo, ma ammette che tale verità è basata su un insondabile “mistero” di carattere “divino”. Il fatto che sia divino non attenua la misteriosità del mistero, e come il mistero possa diventare verità è un mistero ulteriore… Nessuno studioso biblico crede che “il libro” sia la parola di dio, e tutti ne contestano il contenuto dal punto di vista storico; Abramo e Mosè non sono mai esistiti…
«Da anziano neo-illuminista del XXI secolo quale sono», scrive Galli, «non posso certo propormi di dissuadere più di un miliardo di cattolici che trovano ragione di conforto nel Catechismo. Però ritengo doveroso oppormi alla pretesa di chi, in nome di un sistema di credenze senza basi logiche, vorrebbe imporre alla collettività tutta comportamenti, modi di vita, scelte politiche e sociali che non sono validi più di altri per il solo fatto di avere radici in antiche mitologie».

Appunti sulla New Age

 

 


Giorgio Galli
APPUNTI SULLA NEW AGE
88-7953-123-9 − pagg. 168 − € 14,00


 

«La domanda degli studenti era questa: i movimenti che hanno preso le mosse dalla metà del XX secolo, il femminismo, l’ecologismo, i “figli dei fiori”, il pacifismo, le “nuove religioni”, l’insieme di culture e di comportamenti che hanno trovato espressione sincretica nella New Age, possono essere la forma attuale di controculture e/o di culture alternative, para- gonabili alle grandi contestazioni del passato (baccanti, gnostici, streghe)?
Nei primi anni Novanta la mia risposta tendeva a essere negativa: quei movimenti e la New Age allora non mi parevano dotati dello spessore e della continuità necessari per istituire il paragone che mi si proponeva. Oggi, nel presente lavoro, riformulo la questione in termini che mi paiono suscettibili di una verifica empirica, la quale non può prescindere da una sintetica analisi della New Age».

Il prezzo della democrazia

 

 

 


Giorgio Galli
IL PREZZO DELLA DEMOCRAZIA
88-7953-106-9 − pagg. 278 − € 15,00


 

«A partire dal dopoguerra, in Italia si sono consolidate negli anni consorterie di potere e una diffusa cultura dell’illegalità del tutto estranee alla “guerra fredda” (in difesa della libertà dalla supposta minaccia comunista), le quali hanno fatto pagare alla società un prezzo molto elevato, in termini di prestigio delle istituzioni, di etica sociale, di corretto funzionamento dell’economia e di peso del crimine organizzato.
Le personalità politiche della cosiddetta Prima repubblica possono essere valutate a seconda del ruolo che esse hanno avuto in relazione a quel prezzo: vi è chi ha contribuito a renderlo elevato, e chi si è impegnato a ridurlo; ritengo che Giulio Andreotti vada collocato senz’altro nella prima categoria.
Affermare che nel trascorso cinquantennio repubblicano vi sono state collusioni politiche con la criminalità organizzata, constatare che l’economia della corruzione da fisiologia è degenerata in patologia, e che alcuni uomini politici più di altri sono responsabili del prezzo elevato che varie generazioni di cittadini hanno pagato per lo sviluppo della nostra società, non significa affatto sostenere che la mafia abbia governato l’Italia e che la nostra storia della seconda metà del XX Secolo sia una storia criminale. Allo stesso modo, riconoscere le gravissime spregiudicatezze che hanno costellato e scandito la carriera di Giulio Andreotti non significa ritenerla tout court una biografia politica criminale. Quella andreottiana è stata piuttosto una carriera di potere caratterizzata da molte più ombre che luci, costate alla democrazia italiana un prezzo assai elevato. Ed è quanto con il presente lavoro mi propongo di dimostrare».

L’impero americano e la crisi della democrazia

 

 


Giorgio Galli
L’IMPERO AMERICANO E LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA
88-7953-109-3 − pagg. 160 − € 14,00


 

«È impossibile che i servizi di sicurezza degli Stati Uniti (Cia, Fbi, Nsc) e israeliani (Mossad) non sapessero nulla dei preparativi per gli attentati dell’11 settembre… Quanto più quell’impresa terroristica ha richiesto – come è stato detto – anni di preparazione, e quanto più ha coinvolto nei preparativi – come pure è stato sostenuto – migliaia di persone, tanto più è difficile credere che essa abbia potuto giovarsi di un’impenetrabile segretezza… È assai probabile che i citati servizi di intelligence, nell’estate del 2001, qualcosa avessero appreso sull’imminenza di un attentato limitato (per esempio, il dirottamento di un aereo), che non è stato sventato in quanto un grave ma limitato episodio di destabilizzazione avrebbe permesso di perseguire uno o più obiettivi politici di rilievo».
Da questa convinzione iniziale, Galli sviluppa un’articolata riflessione critica sull’Impero americano, «su questa sola superpotenza e sul suo ruolo, in un momento nel quale l’una e l’altro si giovano di un’adesione acritica da parte dell’intero Occidente, proprio mentre a nome dell’Occidente si combatte la prima guerra del Ventunesimo secolo». Una guerra il cui vero obiettivo finale è quello di «installare governi filo-occidentali nei “Paesi canaglia” ritenuti sostenitori del terrorismo. Se fosse stata contro Bin Laden, la guerra sarebbe infatti già conclusa, mentre invece prosegue».

 

Passato prossimo

 

 


Giorgio Galli
PASSATO PROSSIMO
88-7953-091-7 − pagg. 376 − € 18,08


Attraverso eventi e protagonisti, episodi e incontri, Giorgio Galli racconta la sua attività intellettuale lunga mezzo secolo. Anni Cinquanta: il viaggio da indipendente nella diaspora comunista (Amedeo Bordiga, Angelo Tasca, Nino Seniga,  Ignazio Silone…). Anni Sessanta: “Il Mulino” e la Fondazione Agnelli, il centro-sinistra e il Sessantotto (Beniamino Andreatta, Fabio Cavazza, Gigi Pedrazzi, Renato Mieli; il Psi di Nenni e Mancini e la Dc di Fanfani e Moro; l’università di Trento, Francesco Alberoni, Franco Fornari, Mauro Rostagno…). Anni Settanta: il “bipartitismo imperfetto” fra strategia della tensione, compromesso storico e lotta armata (“Panorama”, Lamberto Sechi, Mario Formenton, Emilio Alessandrini, Edgardo Sogno, Eugenio Scalfari, Marco Pannella, Leonardo Sciascia…). Anni Ottanta: il tempo della stabilizzazione moderata (Bettino Craxi, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giancarlo Pajetta, Maxwell Raab, Paolo Spriano, Armando Cossutta…). Anni Novanta: il decennio dell’ambiguità, con il crollo dell’Urss e il governo Berlusconi  (Giulio Bollati, Mariotto Segni, Rudy Stauder, Massimo Caprara, Gian Carlo Caselli, Giovanni Pellegrino, Antonio Di Pietro, Adriano Sofri…).

 

 

In difesa del comunismo nella storia del XX Secolo

 

 


Giorgio Galli
IN DIFESA DEL COMUNISMO NELLA STORIA DEL XX SECOLO
88-7953-071-2 − pagg. 135 − € 10,33


 

 

Ottantacinque milioni di morti causati dagli scontri politici del XX Secolo. Tutta colpa del comunismo? No. Il comunismo ne è stato uno dei responsabili, non il solo. Né la corresponsabilità della epocale tragedia può essere limitata al fascismo e al nazismo: vi è infatti anche quella della cultura politica occidentale, quella attribuibile ai sistemi liberaldemocratici. Questo saggio ricostruisce e documenta una indubbia responsabilità collettiva che l’attuale demonizzazione storica del comunismo vorrebbe mistificare. Attraverso la condanna di una “grande illusione”, quale certamente è stato il comunismo, si vorrebbe infatti cancellare l’aspirazione millenaria a una società più libera, più egualitaria e più felice. E questa “difesa del comunismo” è anche la difesa di tale prospettiva.

Cromwell e Afrodite

 

 

 


Giorgio Galli
CROMWELL E AFRODITE
88-7953-042-9 − pagg. 275 − € 15,49


 

«Una riflessione sul significato della coesistenza tra i valori fondamentali dell’Occidente e i valori “alternativi” che hanno accompagnato le sue più significative fasi di sviluppo… Le tracce delle tensioni sociali derivate dal rapporto eguaglianza-diversità tra uomini e donne sono chiaramente percepibili nella cultura occidentale: i miti delle amazzoni e delle baccanti ci interessano da tre millenni; perché il cristianesimo sia la sola grande religione storica senza sacerdotesse è una questione ancora non chiarita; la Strega e la Fata accompagnano anche l’infanzia della società telematica… Mi sono proposto di raccogliere con sistematicità queste tracce per ciascuna delle epoche nelle quali esse risultano più evidenti, e ho riletto in questa chiave alcuni dei testi basilari della nostra cultura. Mi sono proposto di dimostrare come in alcuni cruciali frangenti della costruzione della civiltà occidentale, le tensioni e i conflitti tra “femminile” e “maschile” abbiano avuto un ruolo superiore a quello che finora gli è stato attribuito.» [Giorgio Galli].
Nuova edizione di Occidente misterioso (Rizzoli, 1987).

Il partito armato

 

 

 


Giorgio Galli
IL PARTITO ARMATO
88-7953-022-4 − pagg. 388 − € 20,00


 

Gli “anni di piombo” del partito armato, attraverso i protagonisti, le idee, le vicende – dalle formazioni più rilevanti (Brigate rosse, Prima linea) ai gruppi minori, dalla “propaganda armata”, all’“attacco al cuore dello Stato” con il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, fino al sequestro Dozier (1982) e agli ultimi sporadici attentati del febbraio 1986.
La storia della pretesa rivoluzionaria attraverso la “critica delle armi” a una democrazia bloccata dall’insediamento democristiano, la concreta stabilizzazione, negli anni Ottanta, del sistema politico in crisi strutturale nei Settanta, con il logoramento dello Stato di diritto, l’enorme peso del crimine organizzato e la metastasi dell’economia della corruzione.

 

Storia della Dc

 

 


Giorgio Galli
STORIA DELLA DC
978-88-7953-182-5 − pagg. 458 − € 20,00


 

La Democrazia cristiana che ha governato l’Italia ininterrottamente per mezzo secolo (1943-1993) può legittimamente rivendicare il grande merito storico dello sviluppo del Paese. Uno sviluppo che ha reso l’Italia incomparabilmente più positiva – in termini di crescita economica, avanzamento socio-culturale e diritti civili – rispetto a tutta la sua precedente storia unitaria.
Ma insieme alle luci, ci sono molte ombre. «Il potere democristiano è stato costellato di scandali e ruberie, e nella storia della Dc la criminalità organizzata ha avuto un peso specifico». Col risultato che «negli anni si sono radicate consorterie di potere e una diffusa cultura dell’illegalità le quali hanno fatto pagare alla società italiana un prezzo molto elevato, in termini di prestigio delle istituzioni, di etica sociale, di corretto funzionamento dell’economia e di peso del crimine organizzato». Inoltre, sulla storia della Dc gravano le responsabilità connesse alla “strategia della tensione”, «con la sequela di eccidi, delitti e attentati di matrice terroristica rimasti senza colpevoli, a partire dalla strage di Piazza Fontana».

 

Storia del Pci

 

 

 


Giorgio Galli
STORIA DEL PCI
88-7953-030-5 − pagg. 312 − € 20,66


Il processo di formazione
• La prospettiva di Lenin
• Rivoluzione e stabilizzazione
• Il nuovo conformismo

Gli anni dell’esilio
• La Direzione Togliatti
• In difesa della democrazia
• I fronti popolari

Il partito di massa
• La grande crisi
• La ricostruzione
• La guerra fredda
• Dopo Stalin

Nel bipartitismo imperfetto
• Dallo Sputnik al centro-sinistra
• Longo e il Sessantotto
• Berlinguer e il “compromesso storico”
• L’Italia vota a sinistra
• L’alternativa: confusa e tardiva
• Il consociativismo
• Dal primato all’estinzione

Mussolini: il destino a Milano

 

 


Giorgio Galli
MUSSOLINI: IL DESTINO A MILANO
978-88-7953-196-2 − pagg. 270 − € 19,00


 

«Questo saggio analizza il particolare ruolo avuto da Milano nel destino biografico di Benito Mussolini. A partire da quando il futuro duce, acceso socialista rivoluzionario, alla fine del 1912 si trasferì nel capoluogo lombardo per dirigere l’“Avanti!”.
«La prima volta che Mussolini passò da Milano, fu senza vederla: era il luglio del 1902, aveva diciannove anni, era diretto in Svizzera, e neppure uscì dalla stazione. Secondo alcuni storici, il 28 ottobre 1922, mentre i suoi marciavano su Roma, il futuro duce si trattenne a Milano per essere in grado, in caso di fallimento dell’operazione, di riparare nella vicina Svizzera. L’ultima volta, il 25 aprile 1945, il duce sconfitto lasciò Milano e fuggì verso la Svizzera, qualche storico sostiene per raggiungerla. Questa triplice evocazione elvetica è solo uno dei segni del particolare rapporto di Mussolini con il capoluogo lombardo…».
In appendice, il testo dei principali discorsi pronunciati da Mussolini a Milano negli anni dal 1923 al 1945.

 

Pasolini comunista dissidente

 

 

 


Giorgio Galli
PASOLINI COMUNISTA DISSIDENTE
978-88-7953-218-1 − pagg. 192 − € 17,00


 

«Occuparsi oggi di Pasolini pensatore politico significa anzitutto ricordarne e ammirarne la preveggenza.
Gli scritti pasoliniani più anticipatori riguardano un periodo, tra il 1968 e il 1975 (anno della tragica morte del poeta-regista), nel quale parve possibile, in termini politici, un cambiamento che, se si fosse verificato, avrebbe reso l’Italia odierna ben diversa dal Paese degradato e decadente che è. Pasolini riteneva quel cambiamento auspicabile, senza però realmente crederlo possibile: la sua preveggenza lo induceva a nutrire sfiducia.
Forse lo scorrere dei decenni e il fatale affievolirsi della combattività lo avrebbero reso meno pessimista. Ma è stato ucciso. E oggi rimane il suo pensiero politico, che va ricostruito a partire dagli anni Cinquanta. Un pensiero politico, quello pasoliniano, utile anche per comprendere meglio il presente, e da utilizzare come quadro concettuale in base al quale ipotizzare possibili scenari futuri per la sinistra».