Mussolini: il destino a Milano

 

 


Giorgio Galli
MUSSOLINI: IL DESTINO A MILANO
978-88-7953-196-2 − pagg. 270 − € 19,00


 

«Questo saggio analizza il particolare ruolo avuto da Milano nel destino biografico di Benito Mussolini. A partire da quando il futuro duce, acceso socialista rivoluzionario, alla fine del 1912 si trasferì nel capoluogo lombardo per dirigere l’“Avanti!”.
«La prima volta che Mussolini passò da Milano, fu senza vederla: era il luglio del 1902, aveva diciannove anni, era diretto in Svizzera, e neppure uscì dalla stazione. Secondo alcuni storici, il 28 ottobre 1922, mentre i suoi marciavano su Roma, il futuro duce si trattenne a Milano per essere in grado, in caso di fallimento dell’operazione, di riparare nella vicina Svizzera. L’ultima volta, il 25 aprile 1945, il duce sconfitto lasciò Milano e fuggì verso la Svizzera, qualche storico sostiene per raggiungerla. Questa triplice evocazione elvetica è solo uno dei segni del particolare rapporto di Mussolini con il capoluogo lombardo…».
In appendice, il testo dei principali discorsi pronunciati da Mussolini a Milano negli anni dal 1923 al 1945.

 

Pasolini comunista dissidente

 

 

 


Giorgio Galli
PASOLINI COMUNISTA DISSIDENTE
978-88-7953-218-1 − pagg. 192 − € 17,00


 

«Occuparsi oggi di Pasolini pensatore politico significa anzitutto ricordarne e ammirarne la preveggenza.
Gli scritti pasoliniani più anticipatori riguardano un periodo, tra il 1968 e il 1975 (anno della tragica morte del poeta-regista), nel quale parve possibile, in termini politici, un cambiamento che, se si fosse verificato, avrebbe reso l’Italia odierna ben diversa dal Paese degradato e decadente che è. Pasolini riteneva quel cambiamento auspicabile, senza però realmente crederlo possibile: la sua preveggenza lo induceva a nutrire sfiducia.
Forse lo scorrere dei decenni e il fatale affievolirsi della combattività lo avrebbero reso meno pessimista. Ma è stato ucciso. E oggi rimane il suo pensiero politico, che va ricostruito a partire dagli anni Cinquanta. Un pensiero politico, quello pasoliniano, utile anche per comprendere meglio il presente, e da utilizzare come quadro concettuale in base al quale ipotizzare possibili scenari futuri per la sinistra».

Patto di omertà

 

 


Sergio Flamigni
PATTO DI OMERTÀ
978-88-7953-274-7 − pagg. 308 − € 18,00


Secondo la vulgata ufficiale, sulla strage di via Fani e sul sequestro e l’uccisione di Aldo Moro si sa tutto ed è tutto chiaro (e chi lo nega è un dietrologo complottista). Questa vulgata ufficiale si basa sul “memoriale Morucci”, documento scritto dall’ex brigatista Valerio Morucci nel doppio ruolo di dissociato (per la ma­gistratura) e di semi-pentito (per la Democrazia cristiana).
Confezionato in carcere dall’ex terrorista con la collabora­zione del giornalista democristiano Remigio Cavedon, il memo­riale Morucci è stato benedetto dalla Dc e infine avallato dall’ex capo delle Br Mario Moretti e da una parte della magistratura. Si tratta in realtà di un documento zeppo di omissioni, di reti­cenze, di bugie, di vuoti e di ambiguità, che racconta una verità ufficiale menzognera dall’inizio (la strage di via Fani) alla fine (la prigionia e l’uccisione di Moro).
In questo libro l’ex senatore Sergio Flamigni denuncia la inattendibilità del memoriale Morucci, e ne ricostruisce la genesi (ispiratori, beneficiari e finalità). E dimostra come il documento sia l’approdo del “patto di omertà” stipulato degli ex terroristi con settori politici, statali e istituzionali.

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

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Le idi di marzo

 

 


Sergio Flamigni
LE IDI DI MARZO
Il delitto Moro secondo Pecorelli
88-7953-159-X − pagg. 438 − € 20,00


 

Una raccolta commentata degli articoli pubblicati da “Op” (prima agenzia in abbonamento, poi settimanale in edicola) sul conto di Aldo Moro negli anni dal 1974 al 1979. Indiscrezioni, allusioni, analisi, preveggenze, ammonimenti, rivelazioni: tutti gli scritti che Mino Pecorelli, fondatore-direttore di “Op”, dedicò al leader Dc prima della strage di via Fani, durante il sequestro e dopo la morte di Moro. Scritti percorsi dall’oltranzismo atlantico e segnati dall’anticomunismo piduista, nei quali si riverberavano le faide all’interno dei servizi segreti.
Nel gennaio del 1979 Pecorelli annunciò nuove rivelazioni sul delitto Moro: «Torneremo a parlare del furgone, dei piloti, del giovane dal giubbetto azzurro visto in via Fani, del rullino fotografico, del garage compiacente che ha ospitato le macchine servite all’operazione, del prete contattato dalle Br, del passo carrabile al centro di Roma, delle trattative intercorse…». Ma restò un annuncio, perché il 20 marzo 1979 il direttore di “Op” venne assassinato.

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

I fantasmi del passato

 

 


Sergio Flamigni
I FANTASMI DEL PASSATO
La carriera politica di Cossiga
978-88-7953-096-8 − pagg. 356 − € 18,08


 

Sassari, 1948: il giovane Cossiga in una organizzazione armata clandestina della Dc che si prepara alle elezioni del 18 aprile • 1956: Cossiga segretario della Dc sassarese, con i “giovani turchi” all’assalto del potere clientelare • Roma, 1962: il capo dello Stato Antonio Segni, il suo delfino Cossiga, e lo scandalo Sifar-De Lorenzo • 1966: il sottosegretario alla Difesa Cossiga e gli “omissis” • 1977: il ministro dell’Interno Cossiga, gli “extraparlamentari” del Viminale, e l’uccisione di Giorgiana Masi • 1978: il Viminale cossighiano infiltrato dalla P2, e il delitto Moro • 1980: il presidente del Consiglio Cossiga, la strage di Ustica, quella di Bologna e lo scandalo Donat Cattin • 1983: il presidente del Senato Cossiga e il decreto Berlusconi del governo Craxi • 1985-92: il presidente della Repubblica Cossiga, la guerra al Csm e lo scandalo di “Gladio” • 1995: il senatore a vita Cossiga e le manovre per «mettere una pietra sul passato».

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

«Il mio sangue ricadrà su di loro»

 

 


Sergio Flamigni [a cura di]
«IL MIO SANGUE RICADRÀ SU DI LORO»
Gli scritti di Moro prigioniero Br
978-88-7953-058-5 − pagg. 418 − € 20,00


 

Le lettere e il “memoriale” scritti dal presidente della Dc Aldo Moro durante i 55 giorni trascorsi nella prigione delle Brigate rosse (16 marzo-9 maggio 1978), raccolti, ordinati e annotati a cura del massimo esperto del “caso Moro”. 
Questa drammatica documentazione (ancora parziale, anche dopo il secondo rinvenimento del 1990 nel covo Br di via Monte Nevoso) ripropone i torbidi enigmi che continuano a gravare sul delitto Moro, e consente di rileggere il più cruciale frangente politico della recente storia repubblicana.

SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

La tela del ragno

 

 


Sergio Flamigni
LA TELA DEL RAGNO
Il delitto Moro
978-88-7953-187-0 − pagg. 414 − € 22,00


5ª edizione

Gli affiliati alla Loggia segreta P2 insediati ai vertici dei Servizi e delle forze di sicurezza • Le indagini approssimative e omissorie, e i depistaggi delle ricerche della “prigione” brigatista • I reperti scomparsi e le ambiguità della magistratura romana • Le manovre occulte e le implicazioni internazionali • Gli infiltrati nelle Br, e l’enigmatico capo brigatista Mario Moretti • Le responsabilità e le reticenze del ministro dell’Interno Francesco Cossiga • Le lettere di Moro e i comunicati delle Brigate rosse • Dai servizi segreti alla tipografia romana delle Br • Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa e i documenti del covo Br di via Montenevoso • Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti, e il conflitto del clan andreottiano con Carmine Pecorelli • I silenzi e le bugie dei brigatisti dissociati.

 

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SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

Trame atlantiche

 

 


Sergio Flamigni
TRAME ATLANTICHE
Storia della Loggia massonica segreta P2
978-88-7953-269-3 − pagg. 462 − € 23,00


I. LA LOGGIA SCOPERCHIATA: Nel cuore del potere occulto • Terremoto nel Palazzo – II. MASSONI E GOLPISTI: Fratelli all’orecchio • “Operazione Tota Tora” • Piduisti, spie e neofascisti – III. LA P2 NELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE: La Rosa dei venti • La Fenice di Ordine nuovo • La trama piduista – IV. TRAME E RICATTI ALL’OMBRA DEL GRANDE ORIENTE: Protezione per gli occulti • I tentacoli eversivi • Maestro venerabile – V. IL PIANO DI RINASCITA: Lo “Schema R” • Corruzione e infiltrazione • La dura regola del silenzio – VI. IL FINANZIERE VENUTO DAL NULLA: Finanza, politica, Chiesa e mafia: Michele Sindona • Fratelli d’Italia e compari d’America • “Onorata società Sindona-Andreotti” – VII. L’ASSALTO AI MASS MEDIA: La Rizzoli della P2 • Piduisti in via Solferino • Tessera P2 1816, codice E.19.78 – VIII. LA TRAMA PIDUISTA DA MORO A PECORELLI: Il Viminale della P2 • Chi tocca, muore • La trama atlantica – IX. I MERCANTI DI SAN PIETRO: La banca dei preti: il Banco ambrosiano di Roberto Calvi • La Loggia di San Pietro • Sotto il ponte dei Frati neri • X. FIAMME GIALLE, PETROLIO E TANGENTI: Il primo scandalo dei petroli • Lo scandalo Eni-Petromin – XI. LA PIRAMIDE SUPERIORE: Massomafia, Montecarlo-Palermo • La piramide superiore – XII. UNO STATO NELLO STATO: L’emergenza morale – APPENDICE: Il testo del “Piano di rinascita”, e l’elenco dei 962 affiliati alla P2.

 

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SERGIO FLAMIGNI (Forlì, 1925), parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sul delitto Moro, sulla P2 e Antimafia. Autore del best seller La tela del ragno (5ª edizione 2003), ha scritto fra l’altro: «Il mio sangue ricadrà su di loro». Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br (1997); Convergenze parallele (1998); La sfinge delle Brigate rosse (2004); Le idi di marzo (2007); Patto di omertà (2015); Il covo di Stato e la prigione fantasma (2016); tutti pubblicati da Kaos edizioni.

Paul Mccartney Story

 

 


Mark Addams [a cura di]
PAUL MCCARTNEY STORY
978-88-7953-284-6 − pagg. 254 − € 18,00


Cronologia biografico-artistica, antologia di interviste e dichiarazioni: l’ex Beatle si racconta, 1962-2014.

«Da ragazzino volevo diventare un musicista, e mio padre, che era un appassionato di musica bandistica, mi aveva regalato una tromba. Avevo cominciato a studiare quello strumento, ma dopo un po’ avevo smesso: mi faceva troppo male la bocca, e mi ero reso conto che in realtà io volevo cantare, e cantare con quella cosa incollata alle labbra era impossibile… Allora, poco prima che la chitarra diventasse lo strumento, avevo deciso di diventare chitarrista, perché così potevo suonare e cantare».
«Elvis è stato un genio, e io l’ho sempre amato. Compravo tutti i suoi dischi, da Blue Suede Shoes a Heartbreak Hotel, e li riascoltavo di continuo, fino a consumarli: impazzivo veramente per la voce di Elvis».
«Da ragazzi andavamo a masturbarci a casa di Nigel, a Woolton. Restavamo tutta la notte, ci sedevamo in poltrona, spegnevamo le luci, e ci masturbavamo alla grande. C’era sempre qualcuno che diceva: “Brigitte Bardot! Oooh!”, e quel nome ci manteneva l’eccitazione; poi qualcun altro, credo che fosse John, diceva: “Winston Churchill!”, e a quel punto l’erezione svaniva all’istante».
«Avevo parecchia paura delle droghe, dato che avevo avuto una madre infermiera, perciò ci andavo sempre cauto. Direi che sia stato un bene, visto come giravano le cose, perché ti capitava di ritrovarti in posti in cui qualcuno ti chiedeva: “Vuoi sniffare un po’ di eroina?”, al che io rispondevo: “Sì, ma solo un po’”… Mi muovevo sempre come se stessi attraversando un campo minato, e credo che questo atteggiamento mi abbia salvato, perché non ci avrei messo niente a diventare tossicodipendente».

 

La croce e le spine di papa Francesco

 

 


Discepoli di verità
LA CROCE E LE SPINE DI PAPA FRANCESCO
978-88-7953-283-9 − pagg. 220 − € 16,00


La commedia della rivoluzione a colpi di nuove commissioni cardinalizie e di altri dicasteri curiali. Il nuovo prelato dello Ior e i «peccati di gioventù che il Signore perdona e dimentica». Il vescovo moralizzatore esiliato a Washington, l’Immacolata Francesca piovuta dal cielo, e «questo monsignore che non è certamente andato in galera perché assomigliava alla Beata Imelda». La spina dolorosa e velenosa dei lefebvriani, e il Cammino della setta di Kiko «troppo potente anche per papa Francesco». Il campionissimo della fede giornalistica a cui non piace il Papa che piace. La beatificazione dell’arcivescovo-martire Óscar Arnulfo Romero, e quella del francescano schiavista padre Junípero Serra. Il cardinale dimezzato per condotta sessuale «scesa al di sotto degli standard», e il diplomatico francese respinto perché gay. Il Nunzio pedofilo del clan wojtyliano, e lo show mediatico della tolleranza zero…

Papa Francesco: «Molte volte mi chiedo come sarà la mia croce, com’è la mia croce. Perché le croci esistono, non si vedono ma ci sono. E anche Gesù a un certo punto era molto popolare, e poi è finito com’è finito… Io sono un peccatore, e non è un modo di dire, un genere letterario: sono un peccatore. Posso dire che sono un po’ furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po’ ingenuo…».

Dei “Discepoli di verità” la Kaos edizioni ha pubblicato, fra gli altri: Bugie di sangue in Vaticano (1999), All’ombra del Papa infermo (2000), Senza misericordia (2005), I triangoli rosa di Benedetto XVI (2005), Segreto pontificio (2007), Povero Cristo (2009), I peccati di papa Wojtyla (2010), Intrigo papale (2012), I peccati del Papa argentino (2013).

 

Amy Winehouse show

 

 


Betty Shapiro [a cura di]
AMY WINEHOUSE show
978-88-7953-282-2 − pagg. 160 − € 14,00


Cronologia biografico-artistica, antologia di interviste e dichiarazioni: il testamento di Amy Winehouse (1983-2011), la regina del soul.

Qual è la tua più grande paura? «Di morire vecchia, o di non incontrare mai Tony Bennett».
Quando sei stata più felice? «Ieri sera sul palco».
Immobili a parte, qual è la cosa più costosa che hai comprato? «Il mio cuore, che ho ricomprato da qualcuno che magari se lo meritava e magari no. Mi è costato parecchio».
Quali persone viventi ammiri di più? «Nessuno. Siete tutti dei bastardi».
Qual è l’aspetto che più detesti in te stessa? «La volubilità, e l’aggressività».
Qual è l’aspetto che più detesti negli altri? «La doppiezza e la negatività».
Quale superpotere vorresti avere? «La supersessualità».
Cosa ti piace meno del tuo aspetto? «A volte vorrei che le mie tette fossero più grosse, però mi piaccio come sono».
Qual è il tuo vizio più sgradevole? «Ho la sbronza triste e cattiva».
Qual è il tuo profumo preferito? «Benzina e lacca per capelli».
Che effetto ti fa l’amore? «L’effetto di una malattia che mi consuma in eterno».
Quale cosa potrebbe migliorare la qualità della tua vita? «Più sesso e più palestra».
Come vorresti essere ricordata? «Come una persona autentica».
Dicci un segreto. «Ho una cotta per la mia corista».
Qual è la lezione più importante che ti ha insegnato la vita? «Che si imparano cose ogni giorno, e che la vita è breve».

 

Televergine Maria

 


Lucio Giunio Bruto
TELEVERGINE MARIA
978-88-7953-281-5 − pagg. 160 − € 15,00


L’avvento e i miracoli tv di Maria De Filippi in Costanzo.

In un paese di teledeficienti come è l’Italia, devastato da decenni di sottocultura berlusconiana, i divi tv hanno un potere enorme. Sono loro i veri “maestri del pensiero” per le masse telerimbambite. E sono proprio loro che, a colpi di miserevoli teleshow, hanno ridotto il Belpaese a un agglomerato di ignoranza e cialtroneria, di demenza e sessismo, di conformismo e volgarità, in nome dell’audience e dell’affarismo pubblicitario.

La fuoriclasse-mattatrice di questa tv tossica in salsa tricolore, l’inarrivabile numero uno della tv spazzatura di massa, la Madonna del teleberlusconismo più trash, è Maria De Filippi in Costanzo. Da un quarto di secolo, con una media di tre programmi a stagione seguiti da molti milioni di telespettatori, Maria di Mediaset esercita un potere mediatico senza eguali, in termini di influenza e condizionamento, verso le masse italiche di ogni età e ceto sociale.

Infatti la biografia professionale di Maria De Filippi (non per caso strettamente intrecciata ai fatti suoi privati di quarta moglie di Maurizio Costanzo), ricostruita in queste pagine, racconta e spiega meglio di qualunque trattato la deriva socioculturale dell’Italia telerimbambita a partire dai primi anni Novanta.

Gli autori che si firmano con lo pseudonimo LUCIO GIUNIO BRUTO hanno scritto: Cicciobello del potere (1997, sul politico Francesco Rutelli); Vespaio (2005, sul telegiornalista Bruno Vespa); Bassezza reale (2006, su Vittorio Emanuele di Savoia); Volo basso (2012, sullo scrittore Fabio Volo); Attacco alla Costituzione (2014, sulle riforme costituzionali del governo Renzi).

 

Fabrizio De André. Via del campo

 

 


Gianni Castiglioni [A cura di]
FABRIZIO DE ANDRÉ. VIA DEL CAMPO
Parole e musica, cronache e ricordi.
978-88-7953-288-4 − pagg. 210 − € 16,00


Questo libro è per conoscere o ricordare il cantautore genovese Fabrizio De André (1940-1999).
Nella prima parte (“La buona novella”) sono raccolti frammenti di interviste e dichiarazioni pubbliche del cantautore riportate dalla stampa nazionale dagli anni Sessanta fino ai Novanta. Citazioni che nell’insieme tratteggiano un profilo biografico di De André, e il suo divenire artistico, in maniera attendibile.
La seconda parte di questo libro (“La cattiva strada”) è una breve antologia di materiale documentale – brani autografi, articoli, testimonianze, interviste, ecc. – che approfondiscono vari aspetti della vita di De André: biografici e artistici, musicali e personali, politici e culturali.
«Leggo che mi si sta beatificando. Con l’aiuto di innumerevoli miei simili vivi e morti, ho fatto qualche buona canzone, un discreto romanzo e numerosi concerti godibili – se bastasse per essere beatificati! Credo che padre Pio si sia fatto un lunghissimo quanto nobilissimo culo per ottenere il riconoscimento… Sono gaudente, inaffidabile e vigliacco come la maggior parte dei miei simili, titoli che non ritengo idonei a beatificazioni o statue equestri» [1998]

 

Elvis proibito

 


Philip Avon
ELVIS PROIBITO
978-88-7953-287-7 − pagg. 232 – € 18,00


Le vicende biografiche, pubbliche e private, del re del rock’n’roll Elvis Presley (1935-1977), narrate in base alle ricerche, alle analisi e alle ricostruzioni dei suoi più au­torevoli biografi: Jerry Hopkins, Albert Goldman e Peter Guralnick.
Le umili origini familiari di Elvis, e l’esplosione del suo scandaloso rock’n’roll che spaventò l’America benpensan­te. Lo straordinario successo discografico, il divismo tra­sgressivo e il servizio militare in Germania. Le decine di film musicali (“Elvis movies”), e l’improvvisa mutazione da sex symbol a cantante sentimentale. La vita privata tor­mentata da una sessualità edipica e dalla tossicodipenden­za. Il drammatico declino personale e artistico, fisico e psi­cologico, e la morte a 42 anni. Tutte le pagine più scabrose della biografia del leggendario “Elvis the Pelvis”.
Con alcuni documenti provenienti dagli archivi dell’Fbi-Federal Bureau of Investigation, con varie interviste e testimonianze, e con le memorie dell’ex moglie del re del rock’n’roll Priscilla Beaulieu.

 

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QUEEN. Radio Ga-ga

 


Mark Addams [a cura di]
QUEEN. Radio Ga-ga
Cronistoria, interviste, ricordi.
978-88-7953-295-2 pagg. 240 € 18,00


 

Cronistoria dei Queen, dal 1970 alla morte di Freddie Mercury (novembre 1991). Antologia delle principali interviste a Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon, a partire dal 1973. La testimonianza di Jim Hutton (dal 1985 amante e convivente di Mercury), e i ricordi di Brian May.

Mary Turner (“Off the Record”), maggio 1986.
John, ho sentito raccontare di sfuriate in studio, tra di voi… «Oh, certo, a volte ce ne sono… Però dopo siamo sempre in grado di guardarci in faccia il giorno dopo, di parlare d’altro e di andare oltre».
Roger, prima di salire sul palco segui qualche rituale personale? «Sì, mi calo due bicchieri di Scotch, tutto qui – due: né uno di più, né uno di meno. E funziona, è una cosa che mi rende aggressivo al punto giusto».
Brian: l’anno scorso hai creato una chitarra da commercializzare, giusto? «È vero, la chitarra Guild è una copia della mia, quella che uso da anni e che mio padre mi ha costruito vent’anni fa… Hanno fatto un ottimo lavoro, peccato che il modello commerciale sia troppo caro…».
Freddie: è buffo che dopo tutti questi anni continuate a ricevere brutte stroncature dalla stampa. «Mi pare che abbiamo imparato a convivere con questa realtà… Per essere sincero non me ne frega niente. Io non mi lascerò mai deprimere né influenzare dalla stampa…».

 

Bruce Springsteen Live

 


Teddy Clarke [a cura di]
BRUCE SPRINGSTEEN LIVE
Il Boss si racconta.
978-88-7953-297-6 − pagg. 208 − € 16,00


   «Durante lo scorso inverno ho scritto come un matto. Dovevo farlo. Non avevo un soldo, nessun posto dove andare, nient’altro da fare. Non conoscevo molte persone. Faceva freddo, e così scrivevo parecchio – e se non lo facevo mi sentivo in colpa. Un tremendo senso di colpa, come se mi fossi masturbato. Terribile!» [1972]

   «Penso spesso a Elvis Presley e a tutto quello che gli è capitato. Le richieste che questa professione ti fa sono davvero irragionevoli. È veramente strano andare là fuori e avere a che fare con persone che ti considerano come una specie di Babbo Natale o di uovo di Pasqua». [1985]

   «Ero infelice. I miei rapporti sentimentali finivano sempre male – non riuscivo ad avere una relazione con una donna. E poi non capivo perché ero così pieno di soldi e non sapevo come spenderli… Per un po’ me la sono passata davvero male. Finché mi sono reso conto che la mia vera vita aspettava ancora di essere vissuta: l’amore, il dolore, la speranza, la tristezza…» [1992]

   «Da ragazzo appartenevo a quella che si può chiamare controcultura, anche se forse io ne rappresentavo la parte più moderata – non ho mai fatto uso di droghe. D’altronde vivevo in una piccola cittadina, dove c’erano dei divieti praticamente su tutto». [1999]

   «Il fatto di aver compiuto 66 anni non mi è sembrato così bello. Devi semplicemente esserne consapevole e andare avanti. Cos’altro puoi fare?» [2016]

 

Cinquestelle & associati

 


Paolo Becchi
CINQUESTELLE & ASSOCIATI
978-88-7953-294-5 − pagg. 164 − € 15,00


Paolo Becchi aderisce al MoVimento 5 stelle nella primavera del 2013, mentre il comico Beppe Grillo calca le scene con lo “Tsunami tour”. «Ho preso parte attiva alla vita del MoVimento con fiducia e entusiasmo, come semplice iscritto e senza ricoprire mai alcun incarico ufficiale – un attivismo, il mio, che ha indotto qualche giornalista di bocca buona a definirmi nientemeno che “l’ideologo del M5s”».

Alla fine del 2015 Becchi si “disiscrive” dal M5s, e in questo libro – privo di pentimenti o risentimenti – spiega perché. «Il MoVimento inventato da Grillo ormai non c’è più, molti attivisti sono stati espulsi, meet up storici liquidati, altri hanno assistito increduli alla metamorfosi del M5s. Una mutazione che ha trasformato il MoVimento in un partito settario, deformandolo in una piccola nomenklatura di potere legata alla ditta Casaleggio Associati srl… L’originario MoVimento di Grillo è diventato oggi il partito di Casaleggio».

PAOLO BECCHI (Genova 1955) insegna Filosofia pratica e Bioetica all’università di Genova. È autore, fra l’altro, di Colpo di Stato permanente (Marsilio 2014), Napolitano, Re nella Repubblica (con D. Granara, Mimesis 2015), e Morte cerebrale e trapianto di organi (Morcelliana 2015). Cura un blog sul “Fattonline”, e collabora a varie riviste, fra cui “Mondoperaio”.

 

CENSURATO DA TUTTI I MEDIA

IL DUCETTO

 


Michele De Lucia
IL DUCETTO DI RIGNANO SULL’ARNO
978-88-7953-299-0 − pagg. 210 − € 16,00


Dai maneggi affaristici in famiglia, agli intrighi partitici con inganni mediatici, fino alla deriva autoritaria contro la Costituzione repubblicana: la bramosia di potere di Matteo Renzi, premier abusivo.
Gli affarismi della famiglia Renzi, fra intrichi societari, furbizie previdenziali, condanne per cause di lavoro, e sospetti di bancarotta fraudolenta. Il politicante Matteo Renzi comunicatore di balle: lo storytelling affaristico con l’amico scrittore Alessandro Baricco, e la Rai-tv renziana sempre più asservita al potere partitocratico, come una nuova Eiar. Banche e massoni: il decreto sulle Banche popolari con sospetti di insider trading, lo scandalo Etruria-Boschi col contorno di Flavio Carboni, e l’amicone generale della Guardia di finanza («Che stronzo! Ciao ciao»). Bramosia di potere renziana: come arrivare a palazzo Chigi con un colpo di mano, come manomettere la Costituzione in senso autoritario, come imporre una nuova legge elettorale incostituzionale, e come governare a colpi di decreti e propaganda. Per partito preso: l’angelo custode Marco Carrai (fede-affari-politica dal Lussemburgo a Tel Aviv), e il Pd ridotto a partito padronale e personale…

MICHELE DE LUCIA (Roma, 1972), laureato in legge, giornalista e scrittore, è stato tesoriere di Radicali italiani e co-fondatore della associazione Anticlericale.net. Con Kaos edizioni ha pubblicato, fra l’altro: Il baratto (2008), Dossier Bossi-Lega nord (2011), Al di sotto di ogni sospetto (2013), Il Berluschino (2014), e Matteo Salvini sottovuoto spinto (2015).


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Marco Pannella. La rosa nel pugno

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Lanfranco Palazzolo [a cura di]
MARCO PANNELLA. LA ROSA NEL PUGNO
Interviste e interventi, 1959-2015.
978-88-7953-296-9 − pagg. 314 − € 20,00


«Io amo gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari amfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione. Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo; contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivolu-zionario”. Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti e esser davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri e alle ideologie. Credo sopra ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza, come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti… Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo… Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico”, per pensare a eliminarlo…»

Marco Pannella, 1973

LANFRANCO PALAZZOLO (Roma, 1965), giornalista di Radio radicale, per la Kaos edizioni ha curato, fra l’altro: Leonardo Sciascia deputato radicale (2004); Enzo Tortora. Per una giustizia giusta (2006). E due raccolte di interventi parlamentari di Marco Pannella: A sinistra del Pci (1976-79) e Contro i crimini di regime (1980-86).

Il “Mein Kampf” di Adolf Hitler


Giorgio Galli [a cura di]
IL MEIN KAMPF DI ADOLF HITLER
Le radici della barbarie nazista
978-88-7953-298-3 − pagg. 550 − € 29,00


Il testo integrale del Mein Kampf di Adolf Hitler (volume primo: “Rendiconto”, e volume secondo: “Il movimento nazionalsocialista”), a cura dello storico Giorgio Galli.

«Questa riedizione del Mein Kampf ha un triplice significato. Il rifiuto etico-intellettuale di ogni tabù e di qualunque forma di censura. La storicizzazione di un testo la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito. La denuncia di rimozioni e mistificazioni all’ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici. 
È opinione diffusa che il Mein Kamp fhitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni. Si può continuare a ritenerlo tale, ma solo dopo averlo letto (e quasi nessuno, oggi, all’inizio del Terzo millennio, lo ha davvero letto), debitamente contestualizzato, e ben compreso nella sua autentica dimensione non già di causa bensì di effetto degenerativo della cultura occidentale» G.G.

Con una postfazione di Gianfranco Maris (presidente dell’Aned-Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti).

Dall’Introduzione di Giorgio Galli

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GIORGIO GALLI (Milano 1928), politologo e saggista, con la Kaos edizioni ha pubblicato: Affari di Stato (1991); Storia del Pci (1993); Il partito armato (1993); Cromwell e Afrodite (1995); In difesa del comunismo nella storia del XX Secolo (1998); Passato prossimo (2000); L’impero americano e la crisi della democrazia (2002); Il prezzo della democrazia (2003); Appunti sulla New Age (2003); Non credo (2006); Storia della Dc (2007); Mussolini: il destino a Milano (2008); Pasolini comunista dissidente (2010); Il golpe invisibile (2015).